Myanmar: Convenzione costituzionale a rischio farsa

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La Lega Nazionale per la democrazia (Nld), principale partito dell'opposizione in Myanmar (ex Birmania), ha comunicato oggi che non parteciperà alla Convenzione costituzionale, l'organo deputato a elaborare la nuova carta fondamentale del Paese. Lo riporta l'agenzia di stampa Misna secondo la quale i dirigenti della Lega Nazionale per la democrazia (Nld) hanno così deciso dal momento che il governo militare di Yangon si è rifiutato di liberare la presidente del partito e premio Nobel per la pace, Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari dallo scorso settembre insieme al suo vice Tin Oo. L'attuale regime militare che controlla l'ex Birmania non ha mai specificato quanti saranno i partecipanti alla Convenzione che inizierà i lavori il 17 maggio prossimo e se tra questi ci saranno anche i rappresentanti del Nld.

Nonostante l'assenza del NLD l'assemblea dovrebbe iniziare prossimo, "ma con ogni probabilità si tratterà dell'ennesima farsa orchestrata dalla dittatura birmana per allentare le pressioni della comunità internazionale" - nota Fabio Grandin dell'agenzia Warnews.

Il governo militare non ha dato nessuna garanzia ai giornalisti birmani e stranieri per la libera copertura giornalistica dell'evento che inizierà il prossimo 17 maggio, comunica Reporter senza Frontiere. L'organizzazione denuncia inoltre che "i militari, e in particolare i servizi segreti, hanno rifiutato gli accrediti, intimidito i giornalisti, mantenuto la censura preventiva e attivato uno sistema di massima sicurezza nel luogo dove si svolgerà la Convenzione". Reporter senza frontiere e la Burma Media Association hanno chiesto al Primo ministro, generale Khin Nyunt, di accordare gli accrediti a tutti i giornalisti birmani e esteri che hanno fatto richiesta, di mettere fine alla censura preventiva, di istituire una sala stampa equipaggiata per le comunicazioni internazionali per i giornalisti che seguiranno i lavori della Convenzione e di liberare i giornalisti prigionieri nelle carceri del paese.

Recentemente l'inviato speciale dell'Onu per il Myanmar, il diplomatico malese Ismail Razali, si era recato a Yangon per riallacciare il dialogo tra governo e la leader dell'opposizione democratica. Lo stesso Kofi Annan ha chiesto alle autorità di Myanmar di garantire la massima partecipazione alla Convenzione Nazionale ponendo fine agli arresti domiciliari di Aung San Suu Kyi, la leader della Lega Nazionale per la democrazia (Nld) e di altri menbri del partito.

Da quando la Carta del 1974, scritta dal primo governo a partito unico del generale Ne Win, venne abolita nel 1988 dall'attuale regime militare Myanmar non ha più una Costituzione. L'ultima assemblea costituente - sollecitata dalla comunità internazionale dopo che alla Lega Nazionale per la democrazia venne impedito di salire alla guida del Paese malgrado avesse largamente vinto le prime elezioni democratiche del 1990 - venne avviata nel 1993 e sospesa tre anni dopo. Suu Kyi e i componenti del suo partito sono da anni perseguitati dalla giunta militare che, nel tentativo di aprire qualche spiraglio, di recente ha liberato alcuni esponenti della Nld, consentito la riapertura del suo quartier generale e annunciato l'importante appuntamento del 17 maggio. [GB]

Altre fonti: Warnews.

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