Mondo: libertà di stampa tra violazioni e guerra globale

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Si celebra oggi, lunedi 3 maggio, la "XIVma Giornata mondiale della libertà di stampa" dedicata quest'anno ai paesi in conflitto e in via di transizione. L'Unesco celebra la Giornata a Belgrado (Serbia Montenegro) con una due giorni di conferenze sul tema "Il ruolo dei media nei paesi in conflitto e in via di transizione". La manifestazione centrale in Italia è il convegno "La libertà di stampa tra guerra e pace" che si svolge oggi a Roma nell'Aula B, della Facoltà di Scienze Politiche, dell'Università di Roma 'La Sapienza', con inizio alle ore 16.00. Il dibattito sarà introdotto dal Professor Giovanni Puglisi e presieduto dalla prof.ssa Maria Rita Saulle, presidente del Comitato diritti umani della Commissione Nazionale Italiana per l'Unesco. Interverranno p. Giulio Albanese, Laura Boldrini, Tiziana Ferrario, Ignazio Ingrao, Pierluigi Magnaschi, Mario Pinzauti, Lucetta Scaraffiae Virgilio Violo.

Uno dei momenti di maggiore rilievo della Giornata promossa dall'Unesco a Belgrado è rappresentato dal Premio Guillermo Cano (a memoria del giornalista colombiano Guillermo Cano assassinato nel 1987 per aver denunciato le attività illecite di alcuni politici legati ai potenti commercianti di droga nel suo Paese) che quest'anno è stato assegnato al giornalista cubano Raul Rivero per il suo "impegno tenace e coraggioso a favore dell'informazione" attualmente detenuto nel carcere di Ciego de Avilail dove versa in cattive condizioni di salute. Ancora nei giorni scorsi Reporter senza frontiere ha denunciato le violazioni a Cuba tra cui la condanna a tre anni di carcere al giornalista e militante dei diritti umani Carlos Brizuela Yera, un anno dopo l'arresto di 75 dissidenti e di altri nove militanti dei diritti umani.

E proprio Cuba appare ai primo posti della classifica del 'Committee to Protect Journalists' (CPJ) che ha elencato "i peggiori Paesi al mondo dove essere un giornalista". Al primo posto vi è l'Iraq dove 25 giornalisi sono stati uccisi dall'inizio dell'occupazione armata lo scorso anno, quindi Cuba, dove 29 giornalisti sono tuttora agli arresti, e quindi Zimbabwe, Turkmenistan, Bangladesh, Cina, Eritrea, Haiti, la West Bank e Gaza ed infine la Russia.

Anche Reporter senza frontiere ha presentato oggi in una conferenza stampa a Milano la lista dei "37 predatori della libertà di stampa" che riporta le principali violazioni della libertà di espressione constatate nel 2003 nei cinque continenti. Nel 2003 sono stati uccisi 42 giornalisti, principalmente in Asia e in Medio-Oriente (guerra in Iraq): il numero non era mai stato così elevato dal 1995. 766 giornalisti sono stati messi sotto inchiesta, più di 1 460 aggrediti o minacciati e 501 media censurati. In occasione del 10° anniversario della morte della giornalista Rai Ilaria Alpi, assassinata in Somalia nel 1994 insieme all'operatore Miran Hrovatin, il "Premio giornalistico televisivo Ilaria Alpi" e Reporter senza frontiere hanno organizzato "per Ilaria", una rassegna video con i migliori reportage realizzati da alcune tra le inviate di guerra più famose del mondo. La rassegna video, che sarà allestita durante la 10ma edizione del "Premio Ilaria Alpi" in programma a Riccione dal 2 al 5 giugno prossimo, è stata presentata oggi nel corso della conferenza stampa.

Libertà di espressione e di informazione a rischio anche in Italia come sottolinea la Relazione del Parlamento Europeo approvata alcuni giorni fa. La Relazione rileva che "il tasso di concentrazione del mercato audiovisivo in Italia è oggi il più elevato d'Europa e che, nonostante l'offerta televisiva italiana consti di dodici canali nazionali e da dieci a quindici canali regionali e locali, il mercato è caratterizzato dal duopolio tra RAI e Mediaset, che complessivamente detengono quasi il 90% della quota totale di telespettatori e raccolgono il 96,8% delle risorse pubblicitarie, contro l'88% della Germania, l'82% della Gran Bretagna, il 77% della Francia e il 58% della Spagna". Inoltre la Relazione sottolinea tra l'altro che "il sistema italiano presenta un'anomalia dovuta a una combinazione unica di poteri economico, politico e mediatico nelle mani di un solo uomo, l'attuale Presidente del Consiglio dei Ministri italiano e al fatto che il governo italiano è direttamente o indirettamente, in controllo di tutti i canali televisivi nazionali". [GB]

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