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Migranti: deportazioni e digiuno per video sui Cpt
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Il Consorzio Italiano di Solidarietà esprime la propria preoccupazione rispetto all'ennesimo rimpatrio forzato di 45 cittadini stranieri dal centro di permanenza temporanea di Lampedusa verso la Libia. "Il governo italiano continua a scegliere la via della violazione dei diritti umani ai danni di migranti in fuga da guerre, violenze e miseria" dichiara Gianfranco Schiavone, vice presidente di Ics "Le istituzioni centrali sono del tutto sorde alle recenti condanne e raccomandazioni a loro rivolte dalla Corte di Strasburgo e dal Parlamento Europeo". Ics ritiene sia ormai necessaria una drastica riforma delle politiche migratorie dell'Italia. "La chiusura delle frontiere alimenta sempre di piu' il mercato dei trafficanti di esseri umani e induce le istituzioni a schiacciare i diritti fondamentali" continua Schiavone "Una realistica politica degli ingressi svincolata dalle quote annuali, processi di regolarizzazione, programmi di accoglienza e di inserimento sono gli strumenti necessari per un approccio alle migrazioni nel rispetto dei diritti umani. Solo in questo modo, inoltre, sarà possibile uscire dalla logiche securitarie e dalla criminalizzazione dei cittadini stranieri".
E anche Amnesty Italia osserva con amarezza come l'illegittima prassi del governo italiano a Lampedusa prosegua malgrado i richiami del Parlamento europeo, della Corte di Strasburgo, dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e malgrado le Linee guida appena approvate dal Consiglio d'Europa. Fra i 45 deportati con il ponte aereo verso la Libia ci potrebbero essere potenziali richiedenti asilo e persone bisognose di protezione internazionale. "Tutto ciò desta particolare preoccupazione se si considera che la situazione dei diritti umani in Libia è estremamente precaria, specie per i cittadini stranieri, e che nel luglio 2004 il governo italiano non ha esitato a finanziare il rimpatrio dalla Libia di centinaia di cittadini eritrei, i quali potrebbero essere tuttora detenuti in condizioni durissime" precisa Francesco Messineo, responsabile del Coordinamento Rifugiati di Amnesty International che ha rinnovato ad Alitalia la richiesta di sospendere ogni collaborazione nelle deportazioni di cittadini stranieri in assenza di garanzie sul rispetto dei loro diritti fondamentali".
Continua lo sciopero della fame da 17 giorni e della sete da due di Stefano Mencherini, giornalista indipendente e regista Rai che sta chiedendo la cessazione della censura sul film "Mare Nostrum" sulle violazioni dei diritti umani dei migranti. Una pressione che nasce dal continua descrizione scorretta dei Centri di permanenza temporanea (Cpt) come "centri di accoglienza" senza parlare veramente di cio che accade dentro a questi luoghi dove si susseguono rivolte, atti di autolesionismo e scioperi della fame.
Si sa pochissimo anche perché, da oltre due anni, a tutta l'informazione ne è impedito l'accesso per volere del ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. Per questo è stata avviata una petizione per chiedere lo sdoganamento delle censure al film "Mare nostrum" e dibattere a 360 gradi sul tema delle politiche migratorie e di accoglienza. La censura è stata sdoganata grazie alla trasmissione del video su internet con Arcoiris Tv.
Il regista Rai ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Lecce dove ha chiesto di indagare sulla nascita della "Casa Pastor Bonus" di Lecce, di proprietà della Curia leccese, e sulle sue attività dalle quali emergerebbero ombre a dir poco inquietanti. "Il seminario leccese è opera di Monsignor Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo di Lecce e presidente della Conferenza episcopale di Puglia. A questa si aggiungono alcune note collegate alle attività della Fondazione Regina pacis, il cui ex direttore don Cesare Lodeserto sta subendo 5 processi con accuse infamanti, ed è già stato condannato nei giorni scorsi in primo grado a otto mesi di reclusione per essersi autoinviato minacce di morte via sms, solo per farsi riassegnare la scorta che gli era stata negata non sussistendone più la necessità" ha scritto Stefano Mencherini. Nell'ultima lettera il regista scrive: "Non smetto di sperare inoltre che l'arcivescovo di Lecce, monsignor Ruppi, presidente della Cei pugliese e sostenitore dell'opera "eroica" del proprio segretario particolare don Cesare, si ravveda e compia atto di profondopentimento come la religione cattolica prevede". Proseguono nel frattempo in Italia e in Europa (a Madrid e Barcellona) le proiezioni di Mare Nostrum che denudano la vergogna italiana in attesa dell'11 luglio, quando i "Presidenti dei diritti umani", i governatori di diverse regioni italiane convocati da Niki Vendola, si riuniranno a Bari probabilmente insieme ai migranti, alle associazioni, ai giornalisti, ai preti e alle suore di autentica carità che si sono impegnati in questi anni a fianco degli ultimi, per battersi per la chiusura delle Guantanamo italiane e "buttare ai pesci" la nuova legge razziale Bossi-Fini-Mantovano". [AT]
Altre fonti: Stefano Mancherini, Stranieri in Italia