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Media: sciopero per un servizio pubblico e dal Sud
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Sciopero di due giorni, venerdì 7 e sabato 8, per i giornalisti dell'emittenza radiotelevisiva nazionale e locale, pubblica e privata, analogica e digitale, e dei canali tematici satellitari. La protesta arriva dopo il fallimento delle trattative con gli editori per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro e a una settimana dall'astensione dal lavoro dei colleghi della carta stampata e delle agenzie di stampa. La Fnsi aveva chiesto "come condizione irrinunciabile, impegni vincolanti degli editori che consentano la sospensione per almeno due anni degli effetti applicativi della Legge 30 sul mercato del lavoro e l'apertura della fase contrattuale per il riconoscimento e la tutela del lavoro autonomo dei giornalisti freelance e precari". Queste condizioni irrinunciabili, che in un primo momento sembravano poter essere oggetto di negoziato, sono state poi dichiarate inaccettabili dalla Federazione degli Editori.
Ma se parliamo di servizio pubblico è bene registrare l'opinione di Ennio Remondino, giornalista inviato Rai nei Balcani ed Europa dell'est, secondo cui "la televisione si celebra attraverso il tele-convegnista". A Venezia si è tenuto un convegno dove i partecipanti si sono chiesti se i Media attuali sono medicina o malattia della democrazia. Remondino parte con il distinguere quanto "tele" e quanto "giornalista" è prevista per un bravo "tele-giornalista"? "Per giocare potremmo chiederci quante dosi di "tele" e quante di "giornalista" e altro, occorrono per fare un Bruno Vespa. Per par condicio possiamo anche chiederci se Ballarò concede più alla "tele" o più al "giornalismo". Quali sono le dosi dei due ingredienti preferite nei menù quotidiani di Tg1, Tg2 e Tg3 ?" A ogni tele-produttore deve corrispondere un certo tipo di tele-utente, che per la tele-auditel di oggi si chiama ormai tele-consumatore o tele-elettore. Comunque sia, alla fin fine devi comprare qualcosa. Anche qui le sottocategorie sono infinite. I pubblicitari ci chiamano "target", che è soltanto la versione statistica più evoluta della vecchia "massaia di Voghera". Consumatori di televisione (e di pubblicità), più o meno consapevoli e più o meno auto protetti da status sociale e cultura. Tele-cittadino è parola in disuso". Il tele-convegnista interloquisce col tele-politico e contrattando o polemizzando, cerca di definire il futuro dell'informazione e del mestiere di informare. Il tele-giornalista che sopravvive in me si incuriosisce e si interroga" dice Remondino che conclude così: "fosse mai che la mia "metà" professionale è già morta, e nessuno ha avuto la cortesia di avvertirmi?"
Ed ecco che la Rai, nella fase di chiusura democratica che vive da un segnale di apertura alle richieste fatte dalla società civile negli ultimi anni. Il Direttore Generale della Rai, Alfredo Meocci, ha deciso di aprire due nuovi uffici di corrispondenza in Africa e in India. "E' una scelta che può consolidare un profilo più riconoscibile del servizio pubblico ed agire al tempo stesso come stimolo per tutta l'informazione italiana" commentano la Tavola della Pace, le riviste Missionarie "Nigrizia", "Missione Oggi" e "Mosaico di pace" e l'Usigrai - sindacato dei giornalisti Rai."E' importante ora che questo annuncio venga tradotto in progetti concreti" dicono le reltà impegnate per un'informazione più attenta verso il Sud del mondo che chiedono un incontro con il vertice aziendale, anche per comprendere come la Rai pensi di assicurare che questi temi abbiano nuova e maggiore visibilità nei palinsesti del servizio pubblico e che i nuovi uffici vengano messi in condizione di svolgere a pieno il loro compito.
Fonte: Tavola della Pace, Articolo21, Rai News 24