L'Algeria e il presidente assente

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Foto: Unsplash.com

13 dicembre - A quasi due mesi dal ricovero all'ospedale militare di Ain Naadja vicino ad Algeri, seguita dall’evacuazione in una struttura ospedaliera in Germania, il 28 ottobre, il Presidente della Repubblica Abdelmadjid Tebboune é improvvisamente riapparso, con una dichiarazione registrata, rivolta al popolo algerino, sugli schermi televisivi. Visibilmente dimagrito e affaticato ha cercato di assicurare sul decorso della sua malattia cercando di offrire un’immagine di un Presidente che ha ancora in mano le redini del Paese. Ha anche annunciato che il suo rientro in Algeria non avverrà prima di almeno due o tre settimane.

Ma riavvolgiamo il nastro con il racconto dei fatti. 

Prima di oggi la sua ultima apparizione pubblica é datata 15 ottobre. Da quel momento una serie di comunicati settimanali dell’Ufficio stampa della Presidenza, iniziati con “...il Presidente sta effettuando normali esami di controllo”, seguiti dalla conferma della presenza del Covid-19, poi “....la salute del Presidente migliora costantemente”, per finire il 30 novembre “... nei prossimi giorni il Presidente rientrerà in Algeria”. Da allora, fino a stasera, silenzio.

In questo clima ha avuto buon gioco l’inserimento delle informazioni più disparate. Per esempio il sito online Algerie Part il 4 dicembre ha scritto: “caduto il verdetto dei medici tedeschi a Berlino. Il Presidente Abdelmadjid Tebboune si sta riprendendo da un importante intervento chirurgico che lo ha reso un miracoloso sopravvissuto al COVID-19. Dopo aver subito un trattamento molto pesante e intenso, Abdelmadjid Tebboune dovrà comunque subire postumi duraturi o persistenti. A Berlino, lo staff medico tedesco ha raccomandato al Presidente algerino di osservare un periodo di convalescenza di almeno 8 mesi...”

L’ Algeria rivive lo spettro di un vuoto di potere come quello che il Paese aveva conosciuto durante i ricoveri all'estero del suo predecessore Abdelaziz Bouteflika. 

"Siamo condannati a essere governati solo da persone costrette a letto o malate? ", si é chiesto Mohcine Belabbas, Presidente del Rassemblement pour la culture et la democratie (RCD), un partito di opposizione, dopo la notizia dell'evacuazione di Tebboune in Germania.

Quello che inquieta maggiormente l’opinione pubblica é il silenzio che ha accompagnato questo periodo di assenza del Presidente. E’ una nemesi storica nel panorama algerino. Bisogna risalire al 1978 quando l’allora Presidente Houari Boumedienne, dopo una misteriosa e fallimentare terapia in un ospedale di Mosca mori’ il 27 dicembre ad Algeri dopo 39 giorni di coma. A seguire la vicenda sanitaria di Abdelaziz Bouteflika, iniziata nel 2005 e terminata nel 2019, con più ricoveri in Francia e Svizzera. Ogni volta con notizie ammantate di mistero sullo stato di salute del Presidente, molto ridotto dopo un ictus, mantenuto segreto per potergli permettere di candidarsi per un quarto mandato nel 2014.

L’assenza dell’attuale Capo di Stato arriva sullo sfondo di una crisi multipla. Capitolo salute: l'Algeria, risparmiata dalla prima ondata di Covid-19 in primavera, è stata più duramente colpita dalla recrudescenza della pandemia nella seconda. Capitolo finanziario: il Paese, il cui reddito è tratto principalmente dal prezzo degli idrocarburi, in piena stasi, è ancora in attesa delle tante riforme strutturali promesse che lo solleverebbero dalla dipendenza dalla volatile ricchezza del suo sottosuolo. Ma ora tutto é sospeso e l’Algeria vive come in uno stato di letargo.

Capitolo giudiziario: si susseguono le condanne a esponenti del movimento protestatario Hirak e dei maggiorenti del regime dell’ex Presidente. 

L’Algeria é in panne”, scriveva L’Avvenire nel 2017, evidenziando la lenta agonia del regime di Abdelaziz Bouteflika. Oggi si potrebbe titolare allo stesso modo.

Dalla ratifica della Costituzione votata il 1° novembre, al rinvio dei consigli ministeriali, alle nomine di posizioni chiave: la più grande economia del Maghreb è ferma.

A questo si aggiunge l’inasprimento della crisi regionale fra Marocco e Fronte del Polisario (Sahara occidentale), da poco seguita dall’annuncio dell’apertura di relazioni diplomatiche fra Israele e lo stesso Regno marocchino.

Situazioni che rischiano di sfuggire di mano ad un Paese come l’Algeria, fiero avversario di Israele e del Marocco, nella sua veste di strenuo difensore dell’autodeterminazione dei Popoli, come i Palestinesi e i Saharoui.

Media statali e comunicazioni ufficiali hanno minimizzato e evidenziato presunte interferenze estere.

Immedesimandosi nelle figure retoriche dell’ informazione politica, Ammar Belhimer, Ministro della comunicazioni e portavoce della Presidenza, ha rispolverato l’esistenza di una minaccia di complotto contro la Nazione algerina, dichiarando che “ il Popolo algerino ha sventato tutti i calcoli di chi scommetteva sulla caduta dell'Algeria, eleggendo il Presidente Abdelmadjid Tebboune e proseguendo nell'attuazione di una politica di costruzione di una nuova Algeria, che non obbedisce a nessun diktat o ricatto, qualunque sia l’origine o la natura ”. Il Ministro ha ricordato che il recente plebiscito popolare all'emendamento costituzionale (sic! - approvato da meno di 2 algerini su 10) e la fedeltà dell'Algeria ai suoi principi di sostegno alle cause di liberazione e autodeterminazione nel mondo "sono in linea con questo percorso”.

Dopo il Presidente, anche Saïd Chengriha, il potente Capo di Stato Maggiore dell’esercito, garante del mantenimento del regime in carica, secondo le informazioni diffuse da diversi media, avrebbe ricevuto, di recente, cure mediche in Svizzera. Informazioni non ufficiali certamente, ma da prendere molto sul serio, visto che l'attuale Capo dell'esercito algerino è scomparso dai radar pochi giorni dopo il ricovero di Abdelamdjid Tebboune, comparendo solo una volta ai primi di dicembre nel telegiornale della TV di Stato e una seconda proprio stasera, in concomitanza con il riapparire del Presidente. Prima di questo periodo il generale era presente quotidianamente nel palinsesto del TG. 

Anche in questo caso é intervenuto il  Ministro delle Comunicazioni, evidenziando, in particolare, "l'innata e indistruttibile coesione tra il popolo e il suo esercito e l’opposizione, da parte delle valorose truppe, a tutte le manovre e i piani volti a sovvertire la sovranità e l'unità dell'Algeria, dello Stato e delle persone ".

Per completezza di informazione segnaliamo che in base alla Costituzione attuale, le forze armate algerine possono operare solo entro i confini nazionali, mentre nella nuova Carta, approvata con referendum del 1 novembre, ed in attesa di firma di convalida da parte del Presidente della Repubblica, invece potranno agire anche al di fuori dell’Algeria. Con i venti di guerra che soffiano fra Marocco e Fronte del Polisario questa non é una notizia rassicurante.

“Gli Algerini devono essere pronti a fronteggiare la minaccia che alcune parti nemiche rappresentano per la sicurezza della regione", ha scritto la rivista dell’esercito El Djeïch nell'ultimo numero, sottolineando la necessità di "rafforzare il fronte interno per contrastare tutti i complotti nemici e le campagne mediatiche di parte rivolte all'Algeria.” 

All’orizzonte anche una possibile nuova ondata protestataria del movimento Hirak che, iniziata nel febbraio 2019, é stata messa in stallo della prima ondata dell’epidemia Covid-19, pur continuando sui social.

Uno studio del Royal United Services Institute (RUSI), il più antico e primo think tank britannico sulla difesa e la sicurezza, prevede un potente ritorno dell’ Hirak dopo la fine della crisi sanitaria in Algeria. Lo studio, pubblicato il 2 dicembre, ritiene che le riforme politiche avviate dal governo per soddisfare le aspirazioni della popolazione siano lontane dalle aspettative. Una situazione aggravata dalle conseguenze socio-economiche della crisi sanitaria del COVID-19, nonché dall'assenza perdurante del Presidente della Repubblica Abdelmadjid Tebboune. 

Per semplificare, l’Algeria non ha, attualmente, nel pieno delle loro funzioni: il Capo di Stato, il Capo supremo delle forze armate, il Ministro della difesa, il Capo di stato maggiore dell'esercito, cariche ripartite fra Tebboune e Chengriha. 

Un terzo personaggio presente sulla scena istituzionale é Salah Goudjil, Presidente del Consiglio della Nazione (senato) che dovrebbe assumere le funzioni di Presidente della Repubblica ad interim in caso di impedimento definitivo del titolare. Anche lui é malato.

Abdelmadjid Tebboune, 75 anni, Saïd Chengriha, 75 anni, Salah Goudjil, 89 anni.

Paradosso algerino: la gerontocrazia al potere in un Paese in cui l’età media della popolazione é di 28 anni. 

Ferruccio Bellicini

Pensionato, da una quarantina d’anni vivo nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: Algeria, prima, Tunisia, ora. Dirigente di una multinazionale del settore farmaceutico, ho avuto la responsabilità rappresentativa/commerciale dei Paesi dell’area sud del Mediterraneo, dal Libano al Marocco e dell’Africa subsahariana francofona. Sono stato per oltre 15 anni, alternativamente, Vice-Presidente e Segretario Generale della Camera di commercio e industria tuniso-italiana (CTICI). Inoltre ho co-fondato, ricoprendo la funzione di Segretario Generale, la Camera di commercio per lo sviluppo delle relazioni euro-magrebine (CDREM). Attivo nel sociale ho fatto parte del Comitato degli Italiani all’estero (COMITES) di Algeri e Tunisi. Padre di Omar, giornalista, co-autore con Luigi Zoja del saggio “Nella mente di un terrorista (Einaudi 2017).

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