Italia: un terzo del mare non è balneabile, ma i media tacciono

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In Italia c'è lo 0,2% di mare balneabile in più rispetto allo scorso anno. E' questo l'unico segnale positivo che emerge dalle prime agenzie di stampa che riportano i dati del "Rapporto sulla balneabilità" del Ministero della Salute, non ancora reso pubblico e introvabile sul sito del Ministero. Per ogni chilometro di spiaggia balneabile ne rimane infatti quasi un terzo "off-limits". Sono 5.017 i chilometri di litorale balneabile, ma 405 chilometri le spiagge inquinate da colibatteri, nitrati, ammoniaca, 877 chilometri dove porti e altre strutture impediscono le attività natatorie e ben 1.057 i chilometri che non sono stati affatto controllati e 17,7 quelli in cui il programma di analisi è giudicato incompleto.

Dati sui quali tacciono i maggiori organi si stampa italiani che invece danno ampio risalto a quelli dello scorso anno resi pubblici recentemente dalla Commissione Europea secondo cui la qualità delle acque italiane di balneazione sarebbe "eccelente". Il Corriere della Sera online titola "Rapporto Ue: in Italia mare pulito al 90%", e Repubblica online, in occasione dell'assegnazione dele Bandiere Blu titolava "Mare pulito, 86 Bandiere blu. Italia seconda solo alla Spagna". Tutti dati che usano parametri di controllo risalenti a 20 anni fa e che tacciono sulle sostanze velenose presenti nei fondali come ha ricordato tra l'altro il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta.

"Da un lato lo stato di salute del nostro mare fa fede a parametri vecchi venti anni e ormai inadeguati, dall'altro la possibilità di derogare rende ancor più debole la normativa sulla balneazione" - ha infatti commentato il presidente di Legambiente circa i dati del Rapporto di balneazione 2004 del Ministero della Salute. "Occorre maggiore trasparenza sia delle acque di balneazione, sia dei criteri che servono a definire lo stato di salute del nostro mare" - ha incalzato Della Seta.

"Le analisi riportate dal rapporto del Ministero - ha commenta il presidente di Legambiente - non sono da considerarsi esaustive. I monitoraggi infatti prendono in considerazione batteri e un piccolissimo gruppo di sostanze chimiche, mentre resta fuori tutto un insieme di sostanze - dagli idrocarburi ai metalli pesanti passando per altri veleni, quali per esempio l'arsenico - che possono dare un quadro più esaustivo della salute delle nostre acque. Non solo: altrettanto grave, secondo noi, è che si continui a derogare con decreti e decretini il divieto di balneazione per i limiti di allerta per sostanze quali l'ossigeno disciolto, il ph e la trasparenza". Si tratta cioè di "parametri vecchi venti anni e ormai inadeguati", mentre "la possibilità di derogare rende ancor più debole la normativa sulla balneazione" - incalza Della Seta che chiede una "maggiore trasparenza sia delle acque di balneazione, sia dei criteri che servono a definire lo stato di salute del nostro mare".

Venendo ai dati del ministero, la Campania si conferma nettamente maglia nera con 81,8 km di mare proibito per inquinamento (il 17,4% del totale), seguita da Lazio (45,3 km, il 12,5%), Abruzzo (9,9 km, il 7,9%), Calabria (51,4 km, il 7,2%), Marche (10,4 km, il 6%), Puglia (48,6 km, il 5,6%), Sicilia (69,2 km, 4,7%), Sardegna (63,2 km, il 3,7%), Veneto (4,1 km, il 2,6%), Basilicata (1,6 km, il 2,6%), Liguria (8,8 km, il 2,5%) ed Emilia Romagna (3 km, il 2,3%). Le tre regioni sul podio sono invece il Friuli Venezia Giulia con un secco en plein (zero chilometri di mare sporco), la Toscana con l'1,3% di costa vietata alla balneazione (7,7 chilometri) e il Molise con il 2% (0,7 km). Nel raffronto con l'estate precedente si nota poi che Veneto e Emilia Romagna sono quelle che fanno i balzi più consistenti (guadagnano rispettivamente il 4,6% e il 5,5% di mare azzurro), mentre si muovono col passo del gambero Lazio, Calabria, Abruzzo, Marche e Sicilia che insieme perdono circa 22 chilometri di spiagge pulite. Tra le più torbide acque marine, quelle di Napoli e Roma, con il 20% circa di acque malate che, tradotto in chilometri, fa 221,5 per la provincia partenopea e 141,5 per quella capitolina. A detenere invece il primato nazionale 2004 di "Bandiere Blu" è l'Abruzzo, cui sono andate 11 bandiere blu (una per una località lacustre, le altre per quelle rivierasche), seguita da Liguria, Marche e Toscana con 10 bandiere, confermando così il trend degli ultimi anni.

Martedi 15 giugno, in occasione della partenza dal Porto di Rimini della "Catholica" per la Campagna 2004 di Goletta Verde, verranno presentati i contenuti che saranno al centro delle iniziative che Goletta Verde realizzerà nel corso dell'estate e nei prossimi anni. Quest'anno Legambiente ha deciso di aggiungere ai compiti tradizionali della principale campagna dell'associazione, la promozione delle azioni positive che svolge da tempo nel settore ricettivo e turistico in collaborazione con Enti Locali e Associazioni degli Albergatori per alleggerire il carico antropico sulle coste dell'Adriatico Centrale e Settentrionale nelle due sponde dell'Adriatico e migliorare le vacanze dei turisti. Nei prossimi giorni l'imbarcazione di Legambiente sarà presente mercoledì 16 al Porto di Ancona e il 17 a S. Benedetto del Tronto per un'iniziativa che coinvolgerà anche il Comune di Martinsicuro. [GB]

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