Italia: quasi un milione per lo sciopero dei telespettatori

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La quarta edizione nazionale dello Sciopero dei Telespettatori (24-26 giugno) ha stimolato e rafforzato il dibattito sulla fruizione televisiva, e in particolare sulla necessità di usufruire di alternative culturali e più socializzanti. Uno sciopero contro l'utilizzo sconsiderato della tv, senza scendere nel merito dei palinsesti ed eludendo quell'effetto "cassa di risonanza" che impenna gli indici di ascolto. Un'iniziativa atipica e di forte impatto, non schierata politicamente e capace di coinvolgere sia il mondo della cultura e delle istituzioni che i privati cittadini.

Lo sciopero "non ha sottratto i due milioni di telespettatori che si era prefissato: il calo di ascolti registrati nelle ultime settimane, più che a una consapevole astensione, è riconducibile ai primi esodi estivi" - notano le organizzazioni promotrici. L'obiettivo era forse troppo ambizioso per un'iniziativa nata da un piccolo gruppo di persone che da anni, a Milano, produce critica e idee. Senza il sostegno iniziale delle istituzioni, la protesta ha subito accolto il consenso di migliaia di persone in tutta Italia, ha smosso associazioni e federazioni nazionali, luoghi simbolo della cultura e dell'arte. Secondo le prime stime, poco meno di un milione di persone ha intenzionalmente spento la tv e, telecomando alla mano, ha girato per musei e teatri, per concerti e mostre, godendo di un week end di astensione dal piccolo schermo e di riscoperta della città.

Per la prima volta, lo Sciopero Nazionale dei Telespettatori ha raccolto il sostegno e l'adesione di enti e assessorati di grandi e piccoli comuni, rappresentando istituzionalmente centinaia di migliaia di cittadini ai quali sono state offerte per tutto il fine settimana concrete alternative alla televisione. Dal Comune di Firenze al Comune di Napoli, dal Comune di Sondrio e Torino, al Comune di Cagliari e decine di piccoli centri in tutta Italia. Il prossimo Sciopero Nazionale dei Telespettatori, in programma a dicembre, punterà sul coinvolgimento delle istituzioni e di associazioni a carattere nazionale: dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che ha già manifestato l'interesse a collaborare, agli altri comuni d'Italia, dal mondo della politica e dell'informazione ai gruppi di opinione.

Piazze, cinema, musei e teatri pieni, eventi e feste con folle di telespettatori in sciopero interessano anche le aziende: primi segni di interesse da parte di imprese che spendono in pubblicità televisiva e che potranno in futuro, in occasione dello Sciopero dei Telespettatori, investire in attività sociali e progetti culturali. Teatri e musei, cinema ed esercizi commerciali, amministrazioni pubbliche e privati cittadini. Le numerose adesioni pervenute al coordinamento dello Sciopero Nazionale dei telespettatori confermano una partecipazione eterogenea e la diffusione su tutto il territorio nazionale dell'iniziativa.
à 500 cinema, 40 teatri e 120 musei hanno offerto biglietti ridotti;
à 800 tra negozi, bar, ristoranti e locali hanno riservato sconti ed omaggi;
à 3000 rappresentanti hanno dichiarato la loro adesione, tra le quali 2 famiglie auditel;
à 50 amministrazioni pubbliche hanno sostenuto lo sciopero con iniziative proprie.

Nato a Milano dieci anni fa e trasformatosi in evento nazionale dal dicembre 2003, lo Sciopero dei Telespettatori ottiene sempre più consensi diffondendosi su tutto il territorio: dalle grandi città ai piccoli centri, da giornalisti e opinion leader a musicisti e artisti di fama nazionale. "I tempi sono maturi per un'autocritica costruttiva da parte di chi fa televisione, per una presa di posizione da parte delle istituzioni e per una sana astensione da parte di tutti i privati cittadini" - notano gli organizzatori. Lo Sciopero Nazionale dei Telespettatori rinnova l'appuntamento al prossimo dicembre, con raduni nazionali organizzati da esterni nelle città che appoggiano l'iniziativa. [GB]

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