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Iraq: accuse all'esercito su giornalisti e aiuti
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Reporter senza frontiere (Rsf) si dichiara estremamente delusa dal rapporto d'inchiesta dettagliato dell'esercito americano relativo ai colpi di cannone tirati dal carro armato Abrams contro l'hotel Méridien Palestine, l'8 aprile 2003 a Bagdad. L'attacco contro l'hotel Palestine aveva causato la morte di due giornalisti - José Couso di Telecinco e Taras Protsyuk della Reuters - e il ferimento di altri tre reporter. " Le forze della coalizione non hanno commesso nessun errore o negligenza" è il resoconto finale. Questo rapporto, composto da una prima inchiesta, datata 11 aprile 2003, e da una revisione dell'indagine nel maggio 2003, è stato trasmesso a Reporter senza frontiere dal Comando centrale delle forze terrestri in Georgia, a più di un anno dalla presentazione della domanda, come è previsto dal Freedom Of Information Act (FOIA), le disposizioni della legge americana sull'accesso pubblico all'informazione.
In questi giorni Rsf ha chiesto alle forze americane la liberazione immediata di Abdel Kader Al-Saadi, corrispondente della rete televisiva Al-Arabiya, in una lettera inviata il 17 novembre 2004 al luogotenente-generale comandante del primo corpo dei Marine a Fallujah, John F. Sattler. Il giornalista era stato arrestato dalle forze americane l'11 novembre scorso. "Chiediamo la liberazione immediata di Abdel Kader Al-Saadi, detenuto da ormai sei giorni", ha scritto Reporter senza frontiere. Il giornalista, che si è arreso alle forze americane come numerosi civili di Fallujah, era rimasto nella città per garantire la copertura giornalistica dei combattimenti per Al-Arabiya. "Le autorità americane devono almeno giustificare i motivi di questa prolungata detenzione", continua l'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa.
E parlando nell'anonimato, per paura di rappresaglie da parte dei militari americani, un esponente di alto grado della Croce Rossa a Baghdad ha detto all'IPS che "almeno 800 civili" sono stati ammazzati a Fallujah. Le sue stime si basano sui rapporti degli operatori della Mezzaluna Rossa stazionati attorno alla città divenuta campo di battaglia, sulle informazioni provenienti dai residenti all'interno della città stessa, e da ciò che si è venuto a sapere dai rifugiati. L'alto esponente ha riferito che i team di primo aiuto sia della Croce Rossa Internazionale che della Mezzaluna Rossa Irachena stanno aspettando il permesso dai militari americani per portare le medicine di base alle persone intrappolate nella città, ma è stato loro ripetutamente negato. "Gli americani non ne vogliono proprio sapere, e questo è tutto", ha detto l'alto esponente della Croce Rossa. Le stime parlano di almeno 50.000 residenti rimasti intrappolati nella città. Si tratta di persone troppo povere per abbandonarla, che mancano di amici o familiari al di fuori della città, e quindi o non hanno alcun posto dove andare, o semplicemente non hanno avuto abbastanza tempo per scappare via prima che iniziasse l'assedio. [AT]
Altre fonti: Reporter Associati