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In Grecia dopo la tragedia si cerca la verità
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Foto: Thomas Vimare su Unsplash.com
Mentre passano i giorni dalla tragedia che ha visto la morte di centinaia di migranti al largo della costa greca, emergono particolari inquietanti su come sia avvenuto prima il naufragio, e, soprattutto, il mancato soccorso che avrebbe potuto salvarli.
Come ha reagito il Governo di Atene all’ondata di indignazione che è seguita al disastro? Le autorità greche hanno affermato di non essere intervenute perché il pilota e gli organizzatori della nave “non volevano”, e perché qualsiasi tentativo di fermare l’imbarcazione avrebbe potuto causare un incidente marittimo. Ma esperti di diritto della navigazione hanno affermato che le autorità greche hanno violato l’obbligo internazionale di soccorrere le navi in difficoltà, indipendentemente dal fatto che ci sia o meno una richiesta di aiuto.
Il portavoce della Guardia Costiera ellenica, Nikos Alexiou, ha detto che intervenire sarebbe stato anche pericoloso, dato che la nave era sovraffollata e piena di migranti intenzionati a raggiungere l’Italia. Aggiungendo sfrontatamente che “fermare violentemente la rotta” senza la cooperazione dell’equipaggio o dei passeggeri avrebbe potuto provocare un “incidente marittimo”. Ha aggiunto che, anche se la nave si trovava nel territorio di ricerca e salvataggio della Grecia, “non si può intervenire in acque internazionali contro un’imbarcazione che non è impegnata nel contrabbando o in qualche altro crimine”...
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