Domani i 20 anni di Facebook

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Spoiler. Questo articolo è per Boomers. 

Per due ragioni. La prima è perché rammenta che domani ricorre il 20esimo anniversario di un avvenimento rivoluzionario, e questo fatto di ricordare il pre e il dopo di un fatto è propriamente da Boomer. La seconda è perché parla di Facebook. E Facebook registra in Italia oltre 41 milioni di utenti mensili pari al 70% della popolazione nazionale, numeri che lo decretano il principale social del Paese. Tra tutti questi followers si sono, però, auto-escluse le più giovani generazioni che optano per altri social network quali Instagram o TikTok, e ciò fornisce un ulteriore segnale, nel caso ce ne fosse bisogno, dell’acuto invecchiamento del Paese e di uno spaccato comunicativo che divide le generazioni. 

A quanti non è successo di aver avvertito questo passaggio in maniera forte e chiara quando ai giovani che si sono affacciati sul mondo del lavoro è stato chiesto, in quanto “nativi digitali”, di tenere aggiornati i social network di aziende/enti/associazioni/fondazioni/cooperative e simili, e, paradossalmente, si sono sentiti rispondere che quei social (Facebook in primis) non li avevamo mai utilizzati? Inizialmente generando un profondo sconcerto del Boomer in questione. Poi la realtà è diventata un fatto: i giovani comunicano con brevi stories su Instagram, TikTok, Snapchat e i non più giovani con i post e le foto su Facebook. 

Di certo era inimmaginabile questa trasformazione degli utenti quando il 4 febbraio 2004 l’allora studente di Informatica e Psicologia dell’Università statunitense di Harvard, Mark Zuckerberg, insieme ad altri colleghi, elaborò un programma di comunicazione online costituita dai profili online degli universitari del campus. Nel giro di pochi mesi si innescò una rivoluzione che cambierà il modo di relazionarsi con le persone a livello planetario. L’inizialmente chiamato The Facebook, presto divenne semplicemente Facebook e, nel 2021, Meta, dopo che la società ha acquisito anche WhatsApp, Instagram e Threads, quest’ultimo usato attualmente nei soli Stati Uniti per servizi di microblogging simile a Twitter. Con oltre 3 miliardi di utenti attivi su Facebook, quasi il 40% della popolazione mondiale; con più di 2 miliardi di utenti mensili al mondo su WhatApp, in testa alla classifica delle applicazioni più usate per la messaggistica; con 1,2 miliardi di utenti mensili su InstagramMeta controlla una enorme fetta della comunicazione internazionale, e soprattutto del suo orientamento. La creazione di gruppi di utenti e il sistema di algoritmi che gestiscono Facebook e Instragram consentono di rafforzare le opinioni possedute, di trovarne riscontro e di non confrontarsi mai realmente con una fetta diversa dell’opinione pubblica. Le relazioni sono cambiare attraverso Facebook ma anche la maniera di farsi un’opinione è cambiata, elemento di cui costantemente valutare le potenzialità. In positivo sicuramente per fini di mercato: i gusti, le opinioni, le preferenze espresse sui social hanno un alto valore di mercato che viene analizzato e riproposto sono forma di annunci sponsorizzati per la vendita di beni o per influire su scelte politiche. 

Meta, Grazie a questa capitalizzazione!

Meta lo scorso 19 gennaio, all’alba dello spegnimento delle 20 candeline di Facebook, ha raggiunto un nuovo record: una capitalizzazione di mercato di mille miliardi di dollari ed è diventata la settima azienda più preziosa al mondo.Un traguardo sinora raggiunto solo da Apple, Microsoft, Saudi Aramco, Alphabet, Amazon e Nvidia. Il successo giunge dopo il crollo del titolo del 77% tra il 2021 e il 2022 che aveva fatto presagire a molti “la morte di Facebook”; così non è stato grazie con un rialzo delle azioni nel 2023, realizzato con oltre 20mila licenziamenti nel personale e con una forte spinta per aumentare i profitti. Inserzioni pubblicitarie e profilazione a fini marketing dei propri utenti sulla base del legittimo interesse dell’azienda sostengono economicamente il social network (e, in futuro, da annunci ufficiali susseguiti a sanzioni, la profilazione avverrà solo su esplicito consenso dell’utente). 

Qual è il futuro di Facebook? Se è vero che si rincorrono i commenti da “Da Facebook a ‘Boomerbook’: così il social è diventato un ritrovo per 50enni” a “Instagram è morto? La Post-Social Media Era”, gli analisti ritengono, invece, che i social network si stiano evolvendo. Cambiano i comportamenti e i modi con i quali si interagisce con i social e stanno avendo più successo le piattaforme basate sugli interessi delle singole persone. Anche Facebook cambia e si adatta, per forza di cose. I problemi che il social ha dovuto affrontare negli ultimi anni, con le violazioni della privacy dei dati, la disinformazione, cyberbullismo e molestie, i pregiudizi politici, sono ancora all’ordine del giorno nonostante il tentativo di modificare la propria immagine pubblica. Con miliardi di utenti in tutto il mondo e la notevole riduzione di personale negli ultimi anni, Facebook non riuscirà mai a regolamentare tutti i contenuti presenti in piattaforma e, probabilmente, l’unica maniera per mantenersi a galla, potrebbe essere una intensa campagna del social per un suo uso responsabile. Ma funzionerà con gli indisciplinati Boomers?

Miriam Rossi

Miriam Rossi (Viterbo, 1981). Dottoressa di ricerca in Storia delle Relazioni e delle Organizzazioni Internazionali, è esperta di diritti umani, ONU e politica internazionale. Dopo 10 anni nel mondo della ricerca e altrettanti nel settore della cooperazione internazionale (e aver imparato a fare formazione, progettazione e comunicazione), attualmente opera all'interno dell'Università degli studi di Trento per il più ampio trasferimento della conoscenza e del sapere scientifico.

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