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Diritti e Wsis: critiche verso Tunisi e l'Unesco
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A Marrakesch, in Marocco, si è svolta in questi giorni una sessione preparatoria al vertice dell'Onu sulla società dell'informazione previsto a metà novembre 2005 in Tunisia. "Il convegno mondiale organizzato dalle Società per le informazioni rischia di essere l'evento più deludente delle Nazioni Unite negli ultimi anni" sono le parole dei rappresentanti della Federazione internazionale dei giornalisti (IFJ) che ha chiesto aiuto per i paesi dell'Africa e del mondo arabo che sono tra quelli che soffrono di più per il cosiddetto "deficit digitale" che assegna il titolo di vincitore, o vinto, nella corsa alle tecnologie digitali. Aidan White, segretario generale dell'IFJ, ha dichiarato che i governi dovrebbero cessare queste ossessioni per la tecnologia e focalizzare l'attenzione sull'utilizzo della Società per le Informazioni per proteggere i diritti dei lavoratori e favorire la libertà d'espressione.
"Alcuni governi pensano che la Società per l'Informazione sia solo una struttura tecnica ed equipaggiata", ha continuato White. "Ma si sbagliano. Dobbiamo usare la tecnologia con saggezza per liberare le persone dalla censura e dall'ignoranza e dobbiamo creare condizioni di vita e lavorative migliori. Altrimenti la Società per l'Informazione sarà un fallimento." Durante la cerimonia di apertura White si è congratulato con il governo marocchino per "l'adozione degli standard di libertà d'espressione che fungono da modelli per le altre regioni" soprattutto in riferimento ai tentativi da parte del governo tunisino, che ospiterà il summit l'anno prossimo, di far tacere Sihem Bensedrine, un giornalista e un dissidente tunisino molto noto. White ha anche affermato che questo è un esempio di come la censura e gli attacchi alla libertà di stampa costituiscano un'ombra sul convegno, ma ha rifiutato l'ipotesi di un possibile boicottaggio del meeting da parte dell'IFJ. "Dobbiamo andare a Tunisi per esprimere solidarietà ai giornalisti tunisini e dobbiamo anche cambiare questo riprovevole governo", ha concluso White.
L'evento di Marrakesch, patrocinato anche dall'UNESCO, dal governo marocchino e dal gruppo ORBICOM, si è concluso con la speranza che nuovi provvedimenti assicurino il calendario e il nodo del summit siano rivisti. Dalla Campagna CRIS (Communication Rights in the Information Society) arriva una pressione verso l'UNESCO affinchè l'approvazione della bozza sulla Convenzione per i Diritti sulla diversità culturale
non sia legata all'approvazione degli accordi commerciali, e comprenda inoltre la protezione delle diversità culturali e i diritti alla comunicazione dei popoli e la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. Secondo Sasha Constanza-Schock , giornalista e attivista della Campagna CRIS, "le revisioni fatte a questa convenzione sono pericolose perché espandono l'influenza delle multinazionali sulla cultura".
E in Italia, in difesa della libertà d'informazione nasce Mediacoop, in seno alla Lega delle Cooperative, si propone di raccogliere e dare voce e visibilità ad una costellazione di giornali, riviste, tv e radio locali, house organ (riviste aziendali) che si trovano a fare i conti con il difficile momento dell'editoria e con una distribuzione delle risorse nel settore dell'informazione sempre più sbilanciata, grazie alla legge Gasparri, a favore del duopolio televisivo Rai-Mediaset. La legge Gasparri prevede tra l'altro la cancellazione del divieto di possesso incrociato di televisioni e giornali a partire dal 2011, che favorirà ulteriori concentrazioni e l'introduzione del Sic, il Sistema Integrato delle Comunicazioni.
Per rispondere a tutto questo nasce Mediacoop (l'adesione di ben 370 tra cooperative editoriali, società non-profit e associazioni a partecipazione diffusa) per offrire consulenza e visibilità a voci che, per quanto marginali, raggiungono complessivamente milioni di persone. Tra le principali rivendicazioni messe sul tavolo dai partecipanti al congresso, l'adeguamento del contributo di 200 lire per copia alle pubblicazioni edite da fondazioni e associazioni; l'esenzione per le piccole imprese editoriali dell'obbligo della certificazione di bilancio per accedere alle sovvenzioni statali, certificazione il cui costo è spesso superiore al beneficio ottenuto; una quota del 10% della pubblicità istituzionale riservata ai giornali non profit. [AT]
Altre fonti: Informazione Senza Frontiere, Campagna Cris Italia