Nigeria, nessuna giustizia per i morti

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Centinaia di casi di uccisioni da parte delle forze di polizia nigeriane distruggono ogni anno altrettante famiglie e non vengono sottoposti a indagini efficaci a causa delle carenze del sistema giudiziario del paese.

Un nuovo rapporto di Amnesty International, intitolato “Nigeria, nessuna giustizia per i morti”, pubblicato il 5 febbraio 2013, descrive l’inadeguatezza delle indagini sulle morti conseguenti ad azioni della polizia nello stato di Rivers. Le tecniche di base per la protezione della scena del crimine e per lo svolgimento delle indagini non sono seguite e le autopsie, se e quando vengono eseguite, sono svolte in modo superficiale.

Amnesty International teme che quanto accade nello stato di Rivers possa replicarsi anche in altri stati della Nigeria.

Fonti mediche e legali hanno riferito ad Amnesty International di una prassi ricorrente, per cui un medico firma il referto autoptico senza neanche aver esaminato adeguatamente il cadavere.

In molti casi l’identità della vittima non è nota alla polizia, che s’impegna assai poco per rintracciarla. Il corpo viene registrato come appartenente a “sconosciuto” e le famiglie vengono spesso lasciate senza risposta.

La mancanza d’indagini contribuisce alla vasta impunità di cui beneficiano gli agenti di polizia anche quando pare evidente che abbiamo fatto uso illegale della forza letale. In molti casi di omicidi da parte della polizia non si è fatto praticamente nulla per chiamare gli autori a rispondere del loro operato.

I familiari incontrati da Amnesty International si sono anche lamentati del modo in cui i cadaveri vengono “depositati” all’obitorio. I ricercatori dell’organizzazione per i diritti umani hanno visitato quello di Braithwaite, dove le salme erano accatastate le une sulle altre all’ingresso o su delle panche. Quell’obitorio è stato chiuso ma vi sono notizie di situazioni del genere in molte altre parti della Nigeria.

“La triste verità è che in Nigeria per le vittime della brutalità della polizia la giustizia è merce rara” - ha dichiarato Lucy Freeman, vicedirettrice di Amnesty International per l’Africa. “Nonostante le norme internazionali e quelle nazionali richiedano l’apertura di indagini in questi casi, la situazione è tale che gli autori di questi crimini finiscono per farla franca”.

Amnesty International sollecita il governo federale e quelli statali della Nigeria a indagare su tutti i casi di morte violenta, assicurare che le autopsie siano svolte in modo adeguato e da parte di personale qualificato e garantire che gli autori degli omicidi illegali siano chiamati a risponderne.

Fonte: amnestyinternational.it

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