Guantanamo: no del Pentagono agli osservatori al processo

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Prigionieri a Guantanamo

Adducendo motivi di spazio nell'aula, il Pentagono intende escludere gli osservatori delle organizzazioni per i diritti umani dal processo ai prigionieri della base Guantanamo. Amnesty International (AI), Human Rights Watch (HRW) e Human Rights First (HRF) hanno inviato una lettera di protesta al Segretario alla Difesa, Donald Rumsfeld, chiedendo di rivedere la decisione.

Le tre organizzazioni internazionali con sede negli USA e una rilevante esperienza come osservatori in vari tribunali per crimini di guerra, sostengono che la presenza dei propri rappresentanti assume un ruolo significativo nell'assicurare che "il processo sia aperto e condotto secondo le normative internazionali". Il Pentagono, che aveva promesso un processo "aperto al pubblico", intende permettere la presenza solo ad alcuni organi di stampa e al Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC),

la quale - notano le tre organizzazioni - in questi casi non rilascia dichiarazioni pubbliche ma solo comunicazioni confidenziali ai vari governi. Le autorità americane hanno inoltre stabilito che i legali civili e militari non possano rilasciare dichiarazioni alla stampa senza previo permesso degli ufficiali militari e solo su alcuni punti specifici, mentre gli stessi avvocati della difesa non potranno comunicare questioni inerenti lo svolgimento del processo.

"Il Dipartimento della Difesa intende controllare chi può parlare ai giornalisti che seguiranno il processo - sostiene Wendy Patten di Human Rights Watch. "Il Pentagono ha già imposto le proprie regole agli avvocati difensori, che potranno parlare solo col permesso dei militari. E adesso intende escludere osservatori indipendenti e di lunga esperienza che potrebbero fornire all'opinione pubblica e ai giornalisti presenti un'analisi indipendente".

Il Pentagono nega che questo sia il motivo e in una lettera di riposta alle organizzazioni sottolinea che la decisione dipende solamente da problemi di spazio nella sede del processo. "Lo spazio limitato e altre questioni logistiche non permettono la presenza di tutti coloro che intendono partecipare" - ribadisce un portavoce del Pentagono a Oneworld. "Se troviamo dello spazio terremo presente le loro richieste" - ha aggiunto riferendosi alle tre organizzazioni promotrici della lettera.

Ma quello dello spazio sarebbe solo un pretesto per escludere l'intera categoria degli osservatori indipendenti rispondono le tre organizzazioni per la difesa dei diritti umani le quali propongono che anche gli osservatori vengano scelti con un sorteggio così come il Pentagono intende fare per i membri della stampa.

Dopo le affermazioni del Pentagono di condurre un processo "aperto al pubblico", lo scorso maggio le tre organizzazioni avevano inoltrato la richiesta di partecipazione in qualità di osservatori: Amnesty ha ricevuto risposta in gennaio, Human Right Watch in febbraio mentre Human Right First finora non ne ha ricevuta alcuna. Delle 650 persone detenute alla base, solo 5 cittadini britannici e un danese starebbero per essere consegnati alle autorità dei rispettivi paesi come è accaduto a numerosi cittadini sauditi, mentre diversi cittadini afghani e pakistani - tra cui vari minorenni - sono stati rimpatriati dopo che dagli interrogatori era emersa la loro innocenza o che erano stati arrestati per errore.

Amnesty International e Human Rights Watch hanno ripetutamente sostenuto che la detenzione dei "prigionieri di guerra" nella base statunitense a Cuba di Guantanamo è in palese violazione dei principi sanciti dal diritto internazionale sui prigionieri di guerra e hanno chiesto la tutela dei diritti dei detenuti secondo le normative internazionali. [GB]

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