Volontari italiani denunciano: in Iraq l'anarchia

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"Ci avevano promesso la libertà ma non possiamo uscire di casa la sera per paura accada qualcosa", questa frase è emblematica per comprendere quale sia l'atmosfera nell'Iraq del dopoguerra. La riportano volontari italiani di "Un Ponte per ..." ed "ICS", che sottolineano come nel Paese si stia diffondendo un clima di insicurezza sempre più preoccupante.

Simona Torretta, volontaria di "Un Ponte per ... ", afferma che la situazione a Baghdad non sia affatto tranquilla ed anzi stia crescendo il malcontento e la totale sfiducia nei confronti delle forze occupanti, in particolare nei confronti dei soldati statunitensi. A fronte di salari non corrisposti il costo della vita è in continuo aumento e tutti cercano lavoro nel privato o privatizzano le loro attività. Emblematica la situazione di molti dei medici presso strutture pubbliche che si stanno facendo pagare privatamente ogni singola prestazione.

Le fa eco Rosita Viola, in Iraq per conto del Consorzio Italiano di Solidarietà. "La situazione di anarchia sta degenerando in rapine e aggressioni per la sopravvivenza, i prezzi sono centuplicati e ci voglio ore per fare benzina" racconta la volontaria ICS "gli impiegati nelle compagnie e nei servizi pubblici stanno scioperando. Gli insegnanti che da 4 mesi non venivano pagati hanno finalmente ricevuto in questi giorni 20 USD dagli americani che certo però non cambieranno loro la vita".

Intanto il Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell'Iraq ha reso noto che la Campagna da loro promossa comincia a sostanziarsi con concrete azioni di solidarietà. Tra queste ad esempio quella del Comune di Roma che ha fatto recapitare a tutti i propri dipendenti una circolare nella quale si propone di devolvere un'ora al mese del proprio salario. La raccolta di adesioni si protrarrà fino al 25 giugno e le detrazioni saranno operate sui salari di luglio, agosto e settembre.

Fonti: ICS, Un Ponte per ..., Tavolo di solidarietà con l'Iraq;

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