Medio Oriente, mancanza d’acqua e riscaldamento globale

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Foto: Unsplash.com

Durante la calura di ferragosto portata da “Lucifero” e con gli incendi che hanno devastato pesantemente i Paesi del Sud Europa affacciati sul Mediterraneo, la percezione del riscaldamento globale che minaccia il pianeta è diventata immediata. Ma dopo qualche temporale che ha ridotto le temperature il problema sembra meno imminente. Anche se tutti sappiamo che la situazione è molto seria, cosa può fare un cittadino se non chiedere ai governi un impegno più stringente per invertire la tendenza?

Solo che non basta, perché si tratta di una sfida globale che nessun Paese da solo è in grado di affrontare efficacemente. E se almeno nell’ambito dell’Ue sembra che ci sia l’intenzione di un approccio deciso (per ora dichiarato, naturalmente con una certa quantità di distinguo), in Medio Oriente ci sono tanti e tali problemi e conflitti che per ora il riscaldamento globale rimane nel sentire popolare una delle gatte da pelare che prima o poi qualcuno dovrà forse affrontare. E poi il riscaldamento globale non è legato in Medio Oriente prima di tutto ad un aumento delle temperature e degli incendi, ma soprattutto ad una drammatica e crescente carenza d’acqua.

È l’acqua il tallone d’Achille di questa regione dove si trova solo il 2% dell’acqua potabile del mondo. Ed è una disponibilità per di più concentrata sui pochi fiumi, per quanto grandi, che l’attraversano: il Nilo, il Tigri, l’Eufrate ed altri minori...

L'articolo di Bruno Cantamessa segue su Città Nuova

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