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Sardegna: pattumiera per le scorie radiottive
Riconciliazione
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L'Italia ha ripudiato il nucleare? Si, ma sul suo territorio rimangono tonnellate di scorie radioattive risultato di anni di produzione delle centrali atomiche italiane e quantità non certe di materiale radioattivo, contaminato da proiettili all'uranio impoverito, riportato in Italia in seguito alle azioni umanitarie dell'esercito italiano. Lo denuncia il sito Misteri d'Italia riprendendo un'inchiesta di Marco Mostallino, giornalista del quotidiano "Unione Sarda".
Dal 1980 al 1993, l'ENEL ha mandato in Inghilterra 51 tonnellate di combustibile atomico che la British Nuclear Fuel (BNFL) ha trasformato nelle micidiali armi all'uranio impoverito. Ora queste spedizioni sono ricominciate. Il primo carico è partito il 6 aprile da Saluggia (Vercelli), il secondo lo scorso 8 giugno.
"Il prezzo lo paghiamo noi" ricorda il giornalista dell'Unione Sarda "cinque centesimi di euro su ogni kilowatt della bolletta ENEL di ciascun cittadino. Cinque centesimi per le armi nucleari, accanto alle quali lavorano e si ammalano di cancro e leucemia i nostri soldati in missione di pace".
Secondo dati della SOGIN, società di Stato che gestisce le scorie, lo smaltimento di altre 54 tonnellate altamente radioattive verrebbe a costare 15 milioni di euro per il trasporto più un milione e 244 mila per lo smaltimento di ogni tonnellata. Ma, ricorda Mostellino, i residui senza valore bellico-commerciale, dai quali cioè non sarebbe possibile ricavare nè plutonio nè uranio impoverito, potrebbero venir dirottati in Sardegna.
Ed è proprio da uno dei possibili siti di stoccaggio, Orgosolo, che si sono alzate le prime proteste che hanno accomunato residenti e turisti. Informationguerrilla pubblica un reportage su di una manifestazione promossa lo scorso maggio dove, in modo ideale, erano fianco a fianco "Ursula Wimmer, giovane turista austriaca" e "tzia Peppedda Soringhe, classe 1905, di Orgosolo" entrambe, con molti altri, a protestare contro una decisione che potrebbe mettere in ginocchio l'economia dell'isola. Lo ricorda anche il WWF: l'evetualità dello stoccaggio di scorie in Sardegna rischia di affossare in maniera definitiva l'immagine dell'isola, il suo sviluppo ed il suo straordinario e insostituibile ambiente naturale.
Fonti: Misteri d'Italia, Unione Sarda, Informationguerrilla, WWF;