Russia vs Ucraina: 659 giorni. Il punto

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Immagine: Atlanteguerre.it

Dopo 659 giorni di guerra fra Ucraina e Russia, anche gli alleati di Kiev sembrano convincersi: non ci sono le condizioni perché gli ucraini possano vincere militarmente. Gli esperti di Stati Uniti ed Europa hanno misurato con attenzione i risultati della lunghissima offensiva voluta dal Presidente ucraino Zelensky per riconquistare il territorio nazionale. Alcuni obiettivi sono stati raggiunti, certo. Parte del territorio è stato riconquistato e la flotta russa ha dovuto cercare porti più sicuri. Ma la situazione è di fatto in stallo, con l’Ucraina che compensa con la qualità, cioè con le forniture militari europee e statunitensi, la quantità che la Russia riesce a gettare nella mischia. Così, Europa e Stati Uniti si stanno convincendo che bisogna ricalibrare il tiro e scendere a patti con la realtà: negoziare con Mosca. La cosa si traduce anche nella sempre maggiore difficoltà, per Zelensky, nel trovare forniture. Se i Paesi del Nord Europa hanno messo sul tavolo un miliardo di euro in armi varie, il Congresso degli Usa ha chiuso i rubinetti e Zelensky, nonostante la visita a Washington, non ha convinto i repubblicani a cambiare posizione.

I problemi, per Kiev, crescono anche sul fronte politico. La strada per l’ingresso nell’Unione Europea appare in salita. L’Ungheria di Orban, che strizza l’occhio a Mosca, subordina il proprio assenso al processo di integrazione a tutta una serie di concessioni per Budapest. In pratica, Orban usa l’Ucraina come merce di scambio, sostenendo che “la rapida adesione dell’Ucraina all’Unione Europea avrebbe conseguenze devastanti per i contadini europei, il bilancio dell’Ue e la sicurezza europea. Non serve gli interessi né dell’Ungheria, né dell’Unione Europea, quindi non possiamo sostenerlo”.

Una posizione che, alla vigilia del vertice europeo celebrato in settimana, è suonata dissonante da quanto detto dalla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen. “Se attuate efficacemente – ha detto – le ultime riforme ucraine possono soddisfare tre delle nostre quattro raccomandazioni in sospeso. Il governo ucraino ha anche proposto una nuova legge sul lobbismo, per limitare il potere degli oligarchi e rispondere alla nostra ultima raccomandazione. L’Ucraina ci sta dimostrando quanto tiene alla nostra Unione e ai nostri valori. E noi dovremmo essere all’altezza della loro determinazione”.

Tutte battaglie politiche che nulla tolgono alla durezza della guerra in corso. Zelensky ha ricordato che “durante l’inverno sia le operazioni offensive, sia quelle difensive rallentano, quindi è importante scoraggiare gli occupanti”. Secondo Kiev, fra morti e feriti la Russia avrebbe perso ad oggi 341.500 soldati in Ucraina dal 24 febbraio 2022. Un numero elevatissimo, ma come sempre a morire sono anche i civili. Negli ultimi giorni, 53 persone sono rimaste ferite in un attacco missilistico russo sferrato contro Kiev. A riferirne è stato il Sindaco Vitali Klitschko parlando di danni anche ad un ospedale pediatrico.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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