Palestina: 'oggi è morto un costruttore di pace'

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Alle 3.30 di questa mattina, il Presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese, Yasser Arafat, ha cessato di vivere. E' finita la sua agonia e la sua vita. A commentare la scomparsa di Arafat arriva il comunicato di Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace, di Giulio Cozzari, Presidente del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, e di p. Nicola Giandomenico, del Sacro Convento di San Francesco d'Assisi.

"Oggi è morto un costruttore di pace. Non un ostacolo alla pace, ma un uomo che ha saputo abbandonare le armi per cercare la via della pace. Un uomo generoso che ha speso tutta la sua vita per dare unità, libertà e dignità al suo popolo fino a diventarne, nonostante le critiche, il simbolo più amato e rispettato. Un uomo che come tutti gli uomini ha commesso i suoi errori, ma che ha sempre pagato di persona sino a condividere la prigionia del suo popolo che lo ha costretto alla morte. Un uomo che per decenni si è appellato al mondo per mettere fine alle sofferenze del popolo palestinese riconoscendo per primo il diritto all'esistenza dello Stato di Israele. Un uomo che è stato, e continua ad essere anche dopo la sua scomparsa, oggetto di una brutale aggressione da parte di tutti coloro che non hanno mai voluto riconoscere ai palestinesi il diritto alla vita e all'indipendenza.

Yasser Arafat ha lasciato la sua terra inviando baci, a piene mani, al suo popolo. Possano quei baci alleviare il dolore di tutte le bambine e i bambini, le donne e gli uomini che in Terra Santa e nel mondo piangono la sua prematura partenza.

Di fronte al profondo dolore e smarrimento del popolo palestinese che ha perso il suo principale leader storico non bastano però le parole di cordoglio e di solidarietà.

Yasser Arafat è morto senza vedere realizzato il suo sogno: veder finalmente riconosciuti i fondamentali diritti del popolo palestinese.

L'Italia, l'Europa e l'Onu portano il peso di grandi responsabilità per non aver fatto tutto quello che potevano per mettere fine a questa tragedia. Molte opportunità di pace sono state sprecate a causa dell'indifferenza, della miopia e del cinismo di tanti governi.

Tutti sanno che senza un deciso intervento dei responsabili della politica internazionale sarà impossibile spezzare la catena della morte che insanguina la Terra Santa.

L'Italia, l'Europa, l'Onu, devono rompere l'immobilismo e agire subito per accompagnare il popolo palestinese nella difficile transizione politica interna e nel cammino verso la fine delle sofferenze e il pieno riconoscimento dei loro sacrosanti diritti. E' interesse dell'Italia, dell'Europa e dell'intera comunità internazionale.

Tutti sanno che la soluzione del problema sta nel riconoscere ad entrambi i popoli -israeliano e palestinese- gli stessi diritti: due popoli, due Stati, la stessa dignità, gli stessi diritti, la stessa sicurezza. Per raggiungere questo obiettivo, oggi ancor più di ieri, è necessaria la mobilitazione solidale della società civile, di tutte le organizzazioni, di tutte le donne e gli uomini di buona volontà nella consapevolezza che "non ci sarà pace nel mondo finchè non regnerà in quelle terre piena pace. E tutti gli sforzi di pace in quelle terre avranno una ripercussione straordinaria sul pianeta intero".

Fonte: Tavola della Pace

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