Italia: Giornata per un'informazione di pace, con pecca

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Oggi 10 marzo è la "Giornata Nazionale per un'informazione di pace" promossa da Tavola della Pace, Coordinamento nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani, Federazione Nazionale Stampa Italiana, Usigrai e molti altri. Un giorno per denunciare la falsa idea della pace che spesso viene alimentata dai media, l'assenza di una vera informazione sui problemi della pace e su chi opera per la pace nel mondo e per promuovere l'incontro e la collaborazione tra operatori dell'informazione, della comunicazione e operatori di pace e riflettendo sulle responsabilità dei mezzi di comunicazione per la diffusione della cultura di pace.

"I mezzi della comunicazione possono fare cose meravigliose ma anche cose terribili" - scrivono i promotori. I promotori denunciano che "spesso i grandi mezzi d'informazione - e purtroppo lo stesso servizio pubblico radiotelevisivo - diffondono una falsa idea della pace che viene associata a inerzia, rinuncia, resa, rassegnazione, impotenza; immagini, parole e comportamenti irresponsabili trasmettono principi e comportamenti che corrodono alle radici la cultura della pace e dei diritti umani; i grandi problemi dell'umanità e del mondo, della guerra e della pace vengono per lo più ignorati sino a quando esplodono nelle forme peggiori; la narrazione della guerra e delle guerre è troppo spesso frutto di palesi manipolazioni; la parola viene concessa solo ad un manipolo di cosiddetti esperti o politici ed è sistematicamente negata agli operatori di pace; i loro appelli e le loro iniziative vengono sottaciute, nascoste, minimizzate o avvolte in un innocuo buonismo". "La pace si nutre invece di un'informazione e di una comunicazione libera, attenta al bene comune, vicina ai diritti e bisogni della persona e rispettosa della sua dignità così come una libera informazione può crescere solo nella pace".

Peacelink riporta per l'occasione l'elenco dei siti italiani per un'informazione di pace e venti regole per comunicare meglio tra pacifisti e giornalisti. "Il rapporto fra giornalisti i gruppi pacifisti non è dei migliori" - nota Alessandro Marescotti. "Ci si lamenta spesso (e a ragione) che i media locali e nazionali "ignorano" i pacifisti". E avanza 20 proposte per migliorare l'offerta di informazione: venti consigli affinchè le informazioni possano diventare notizie.

Il Cipsi chiede un Codice di comunicazione sui contenuti e un Codice etico anche per le inserzioni pubblicitarie. "Oggi un'informazione di pace passa necessariamente per una comunicazione solidale, internazionale, che favorisca il diritto alla vita e alla difesa dei diritti fondamentali di ogni essere umano, contro la spettacolarizzazione della morte e dei problemi di vita di milioni di esseri umani. Purtroppo l'immagine dei paesi impoveriti di Africa, Asia, America latina trasmessa dai grandi mass media è sensazionalista e negativa. Gli argomenti trattati sono prevalentemente legati alle guerre, ai disastri naturali, alla fame, o agli interessi economici, commerciali e politici dell'Italia. Alla luce della nostra presenza più che trentennale nei paesi del Sud del mondo, possiamo affermare che di la degli stereotipi c'è una società civile, vitale, che costruisce il proprio futuro ogni giorno".

Sulla stessa linea anche la Fesmi (Federazione della stampa missionaria italiana) che chiede un'informazione più attenta al Sud del mondo. "Notizie non gossip" era l'editoriale di gennaio della Fesmi che le tre riviste capofila (Nigrizia, Missione Oggi e Mosaico di Pace) hanno inciato ai media italiani ed alla Rai in primis. Già qualche risposta - come una sede Rai in Africa - è arrivata e sarà ufficializzata a Roma proprio il oggi dove si discuterà della situazione in Italia per dare voce alla pace.

Una giornata importante alla quale Unimondo aderisce segnalando un problema: la pubblicità di Finmeccanica (la principale azienda militare italiana) sulla rivista dei Francescani del Sacro Conventi di Assisi - anch'essi tra i promotori della Giornata. Una questione alla quale, pur interpellati, sia al redazione della rivista francescana che la Tavola della Pace non hanno ritenuto di rispondere. [GB]

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