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Il Muro della Gentilezza arriva a Trento, un modo nuovo per essere generosi
Riconciliazione
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Foto: Pexels.com
«Se non ne hai bisogno, lascialo. Se ne hai bisogno, prendilo». È lo slogan di Wall of Kindness (il Muro della Gentilezza), un modo nuovo per essere generosi con i senzatetto che prese il via in Iran nell’inverno a cavallo tra il 2015 e il 2016 nella città di Mashhad. I Muri della Gentilezza si sono diffusi in Cina a Liuzhou, in Svezia nella città di Uppsala, in Pakistan a Karachi e in tanti posti del mondo. Ce ne sarà uno anche a Trento. Chi non ha un cappotto, una giacca, un pantalone a Trento lo potrà portare in piazza Fiera. Il muro è in realtà una sorta di armadio per i più poveri della città, per chi non ce la fa ad acquistare un cappotto necessario alla stagione fredda. La proposta è stata approvata dal consiglio comunale della città.
Lo spirito è quella di incoraggiare a donare abiti che non si usano più ma che sono ancora in buono stato per donarli a chi ne ha bisogno. In questo fine settimana il muro di Trento sarà decorato dall’artista Senka Semak per trasformare l’armadio in una specie di corridoio nello spazio da cui escono palloncini bianchi che porteranno appesi i vari capi d’abbigliamento. «Oltre alla sua funzione pratica - spiegano sul sito dell’amministrazione comunale - il Muro della Gentilezza veicola già di per sé un messaggio di condivisione e di solidarietà sociale. Per questo motivo nello studio della decorazione destinata alla struttura si è scelto appositamente di non rimarcare questi aspetti, ma piuttosto lavorare in una direzione il cui il ”muro” stesso acquisti una forma più romantica nello spazio. Il palloncino, trascinato dalle correnti, si presta al concetto del donare senza ricevere, del dare all’altro senza necessità di conoscerlo, del lasciare che il vento porti il tuo dono a chi ne ha bisogno».
Il problema riguarda la gestione: se non c’è qualcuno che se ne occupa, il Muro rischia di diventare una discarica di vestiti abbandonati.
Fausta Chiesa da Corriere.it