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Congo, amnistia ma continuano gli scontri
Riconciliazione
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Il presidente congolese Joseph Kabila ha concesso un'amnistia a tutti i "ribelli" che alleandosi con forze straniere hanno cercato di rovesciare il governo di Kinshasa. Ha adempiuto in questo modo ad una delle condizioni sottoscritte negli accordi di pace del 1999 che non hanno però mai posto termine agli scontri armati sul campo. Scontri sono proseguiti anche nelle scorse settimane: una ONG francese, Reseau France Congo, denuncia che vasti contingenti di truppe rwandesi sarebbero presenti nell'est del Congo.
Immediata la reazione della società civile che è scesa in piazza per chiedere il ritiro delle truppe straniere (ruandesi e ugandesi) dai territori orientali dell'ex Zaire, ma anche per chiedere ai ribelli della Rcd-Goma - che gestiscono ed amministrano Bukavu e buona parte della zona orientale del Paese - di recarsi a Kinshasa per prendere parte al governo di unità nazionale previsto negli accordi di Sun City e alla cui realizzazione hanno contribuito loro stessi.
Intanto esperti delle Nazioni unite sono partiti alla volta della regione dell'Ituri dove il 3 aprile scorso si è verificato un massacro che avrebbe causato dalle 150-300 al migliaio di vittime. Il 24 aprile le truppe ugandesi di stanza nell'area dovrebbero iniziare il proprio ritiro ma il governo del Congo ed ONU non sembrano in grado in tempi brevi di allestire una forza di polizia adeguata a sostituirle.
E mercoledì scorso, 200 persone sono scese in piazza a Bruxelles a favore della pace nel paese, in una manifestazione organizzata dalle ONG belghe che operano nella zona dei Grandi Laghi. Medici Senza Frontiere ha lanciato segnali di preoccupazione in merito alle condizione di 10mila sfollati che risiedono in 9 campi collettivi alla periferia della capitale Kinshasa mentre l'ONG italiana Chiama l'Africa invita a partecipare alla "Partita del cuore per il Congo" che vedrà affrontarsi la Nazionale Italiana Cantanti e una rappresentativa dei Vigili del Fuoco di Roma. Parte del ricavato sarà devoluto all'attività svolta dal centro "Mater Misericordiae" di Bukavu.