Tavola della pace: per un governo di pace sostegno a Prodi

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"Un governo autorevole, deciso a proseguire con ancora maggiore determinazione nella costruzione di una politica di pace e dei diritti umani. E il rispetto del voto degli elettori e del programma che hanno sostenuto". E' quanto chiede la Tavola della Pace che, a conclusione del seminario del Comitato Direttivo - ribadisce la posizione di sostegno al Governo Prodi espressa altroieri in seguito al voto del Senato in cui il Governo è stato battuto. Pur osservando che "tra i 12 punti presentati ieri da Romano Prodi non ne abbiamo trovato uno che si proponga di aprirsi nei confronti della società civile", il portavoce della Tavola della Pace Flavio Lotti ha sottolineato che "il governo deve proseguire affrontando con pazienza e coraggio tutte le questioni aperte, anche le più delicate e spinose come quella dell'Afghanistan e di Vicenza".

E proprio su Vicenza - alla cui manifestazione la Tavola della Pace ha partecipato con un proprio documento nel quale sollecitava il Governo Prodi ad "un dibattito aperto senza pregiudizi e ideologismi" - il comunicato a termine del Comitato Direttivo evidenzia che "non c'è nessuna relazione tra la manifestazione di Vicenza e il voto del Senato". "Rivendichiamo il diritto democratico di contestare un provvedimento che non condividiamo. La partecipazione dei cittadini è il sale della democrazia non il suo nemico. La partecipazione, nella distinzione dei ruoli, rafforza la politica e le istituzioni democratiche" - nota la Tavola della Pace.

Ribadendo di essere "soggetto autonomo e indipendente da qualsiasi schieramento, forza politica e sua componente". la Tavola della Pace sottolinea che il proprio giudizio sul governo "è sempre stato sulle scelte e sui fatti concreti, sulle decisioni e sulle omissioni". "Per questo il giudizio sui primi mesi del governo Prodi è articolato. Sin nella fase di definizione del programma elettorale delle due coalizioni abbiamo cercato, ricevendo scarsa attenzione, di costruire un dialogo e un confronto sul merito. Consapevoli delle diverse posizioni presenti nella coalizione di governo che si è andata formando abbiamo sempre cercato di dare un contributo costruttivo e propositivo invocando l'etica della responsabilità e il necessario realismo politico. Ci siamo fatti carico delle sfide aperte, della loro complessità e delicatezza: dal Libano (Manifestazione nazionale ad Assisi il 26 agosto) all'Afghanistan (abbiamo proposto di esserci di più e non di meno, smettendola con la guerra e impegnandoci davvero a fare pace), dall'Iraq (abbiamo proposto di ritirare l'esercito ma di non abbandonare gli iracheni) al Medio Oriente (Manifestazione nazionale a Milano il 18 novembre)".

La Tavola della Pace chiede quindi "un governo autorevole, deciso a proseguire con ancora maggiore determinazione nella costruzione di una politica di pace e dei diritti umani. Chiediamo il rispetto del voto degli elettori e del programma che hanno sostenuto. Non è in gioco solo il governo del nostro paese ma anche il destino di molta gente che confida in un nuovo ruolo internazionale dell'Italia. Ci sono grandi problemi che esigono attenzione e risposte urgenti. Ci sono preoccupazioni e proposte che devono necessariamente trovare una sintesi politica in Parlamento".

Secondo la Tavola della Pace "la politica estera dell'Italia sta cambiando". "Come ha evidenziato la relazione del Ministro degli Esteri e il dibattito del Senato, l'Italia ha imboccato una strada nuova: in Iraq, in Libano, in Somalia, in Europa, in Israele e Palestina, nelle Nazioni Unite, contribuendo, più in generale, al superamento dell'unilateralismo e della logica della guerra".

La Tavola chiede infine al governo di "proseguire lungo questa strada affrontando con pazienza e coraggio tutte le questioni aperte, anche le più delicate e spinose come per esempio, quella dell'Afghanistan e di Vicenza". "Il governo deve cercare di ricomporre le differenze per raggiungere gli obiettivi comuni. C'è da accrescere l'impegno dell'Italia nella lotta alla povertà, nel disarmo, nella promozione dei diritti umani e della giustizia, per la pace in Medio Oriente, per la cooperazione internazionale, per il rilancio e la democratizzazione dell'Onu. Lungo questa strada il governo, se saprà ascoltare, troverà milioni di cittadini e centinaia di organizzazioni della società civile e di enti locali pronti a collaborare, in autonomia e spirito critico, con progetti e proposte concrete" - conclude la nota della Tavola della Pace.

Promotrice della marcia Perugia-Assisi e dell'Onu dei Popoli, la Tavola della Pace annovera numerose associazioni realtà della società civile italiana tra cui Agesci, Acli, Auser, Fociv, Libera, Un ponte per, Legambiente, Cgil, Cisl e Uil, Arci, Cnca, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Beati costruttori di pace e tante altre. [GB]

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