Tavola della Pace: appello per Gaza e risposta da Veltroni

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Un minuto di silenzio e un appello alla mobilitazione contro il silenzio "assordante" che circonda la tragedia di Gaza sono le prime iniziative assunte dalla Tavola della Pace nel corso del Seminario nazionale dedicato alla difesa dei diritti umani che si è tenuto nei giorni scorsi ad Assisi. "Quello che sta accadendo è inumano, brutale e noi non possiamo restare a guardare" - ha dichiarato Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. "L'Italia deve agire subito. Lo deve fare l'Europa. Lo deve fare l'Onu. Il silenzio e l'indifferenza ci rende complici. Noi non vogliamo esserlo". Gli oltre trecento rappresentanti nazionali degli Enti locali e delle organizzazioni della società civile presenti ad Assisi si sono rivolti al Governo italiano ancora in carica e a tutti i candidati-presidente alle prossime elezioni politiche perché si adoperino per ottenere l'immediato cessate il fuoco.

Intanto il canditato-premier del PD, Walter Veltroni ha risposto alla Tavola della Pace che nei giorni scorsi gli aveva inviato una lettera aperta nella quale chiedeva di non lasciare "il mondo ancora una volta fuori dalla campagna elettorale". "Lo scorso 7 ottobre abbiamo marciato in più di 200mila per costruire "una politica nuova e una nuova cultura politica nonviolenta fondata sui diritti umani". Ma col calare della notte, quello stesso giorno, è calato anche il sipario su quel straordinario evento di popolo. Media e politica l'hanno subito archiviato senza batter ciglio. Come se nulla fosse stato" - sottolineava la lettera aperta della Tavola della Pace a Veltroni. "Nel frattempo i problemi aumentano, le soluzioni tardano e si continuano a sprecare grandi risorse e opportunità che potrebbero far crescere, in qualità e quantità, il contributo del nostro paese alla soluzione delle gravi crisi aperte nel mondo" - continuava la lettera.

La Tavola della Pace chiedeva perciò di non lasciare il mondo fuori dalla campagna elettorale: "Perché non si discute delle nostre responsabilità passate e future? Delle scelte che siamo inevitabilmente chiamati a fare? Eppure il governo e il parlamento per usciranno dalle urne prenderanno una serie di decisioni, importanti e difficili, che peseranno non solo su di noi italiani ma anche su centinaia di milioni di persone nel mondo - sottolineava la Tavola.

Nella risposta alla Tavola della Pace, ricordando l'incontro in Campidoglio dello scorso settembre, Veltroni ha rinnovato "stima e gratitudine" per il lavoro della Tavola e accogliendo la sollecitazione della lettera Veltroni sottolinea che "il nodo cruciale del nostro secolo sia lo scontro non tra civiltà, ma tra tolleranza e fanatismo". "E questo è vero per le grandi tensioni che attraversano il mondo come anche per le vicende gridate del nostro Paese: spesso la distanza incolmabile non è tanto tra chi è portatore di questa o quella identità, ma tra chi sceglie di stare in trincea e chi discute, tra chi ha messo l'elmetto e chi cerca sintesi virtuose".

Il canditato-premier del PD ricorda quindi alcune "responsabilità che il centrosinistra al governo ha scelto di assumersi e che oggi noi rivendichiamo con orgoglio": tra esse "il ritiro dei nostri militari dall'Iraq, la battaglia per la moratoria della pena di morte e l'impegno di pace in Medio Oriente". "Ma nuovi fronti si aprono ogni giorno, dal Darfur al Kenya, dalla Somalia ai Balcani, e la politica non può e non deve restare cieca e sorda" - ricorda Veltroni sottolineando come "il movimento per la pace deve continuare a far sentire la propria voce".

Durante il seminario di Assisi il Coordinamento degli Enti locali per la pace ha proposto di rilanciare il valore fondativo della Carta Costituzionale e di quella dei diritti umani, e di potenziare fattivamente il ruolo delle autorità regionali. [GB]

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