Stati generali: ridurre le spese militari, cancellare il debito

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"Ridurre le spese militari, rivalorizzare i diritti umani, investire nelle politiche di genere, cancellare il debito": sono alcune delle priorità individuate nel documento finale degli Stati Generali della solidarietà e della cooperazione internazionale, i cui lavori si sono conclusi oggi all'Università di RomaTre ma che continuano con altri appuntamenti sino a domenica al "Villaggio delle comunità solidali" al centro sportivo di via Battelli sempre a Roma. "Gli attori che compongono il mondo della solidarietà e della cooperazione chiedono al governo di promuovere politiche coerenti per cambiare rotta, investendo nella pace per costruire un mondo più giusto" - ha dichiarato Raffaella Chiodo, portavoce degli Stati Generali, all'agenzia Lettera22.

Il documento finale, che oggi sarà reso noto integralmente, prende atto del "fallimento delle politiche di sviluppo e di aiuto pubblico" e della "impossibilità di raggiungere nei tempi previsti gli obiettivi del Millennio". Bisogna dunque metter mano a una "nuova politica di solidarietà e di relazioni comunitarie internazionali che metta al centro esseri umani e diritti". L'accento è su una "cooperazione che escluda interventi a sostegno di operazioni militari o di penetrazione commerciale". "Chiediamo alle istituzioni un impegno politico con la "p" maiuscola. Non basta investire più fondi, è necessario che le risorse siano spese nell'ambito di un processo partecipato" - ha aggiunto la Chiodo in un'intervista a La nuova Ecologia.

Il documento conclusivo è il risultato di tre giorni di lavoro che hanno coinvolto ong, associazioni e singoli cittadini. "Nel testo - prosegue la portavoce - abbiamo puntato sugli argomenti condivisi, piuttosto che sui punti di divisione che pure sono emersi dal confronto". La tre giorni di Roma, comunque, si propone come l'inizio di un lungo processo di confronto tra le istituzioni e i diversi soggetti coinvolti nella cooperazione internazionale. Secondo Raffaella Chiodo, è necessario un vero e proprio cambiamento di prospettiva che rovesci, ad esempio, le attuali concezioni di "donatore" e "beneficiario". "È evidente - afferma - che chi ha sempre "donato" di più in termini di uomini, risorse e patrimonio ambientale non è l'Occidente ricco, ma l'Africa".

I lavori erano partiti con la buona notizia, confermata dalla vice ministro Patrizia Sentinelli, che i 48 milioni tagliati dall'articolo 53 della Finanziaria, e che avrebbero decurtato di quasi il 10% i fondi "a dono" della cooperazione, hanno fatto la loro ricomparsa nella legge di bilancio. "Non sto a spiegarvi il meccanismo tecnico - aveva detto la Sentinelli soddisfatta - ma alla fine la cifra è tornata a 600 milioni", rispettando l'impegno per cui si era battuta, spalleggiata dalle prese di posizioni arrivate in soccorso dal mondo dell'associazionismo.

Il sottosegretario all'Economia, Paolo Cento, intervenendo alla plenaria conclusiva degli Stati Generali, ha ammesso che l'incremento della spesa militare nell'ultima finanziaria rappresenta "un problema politico" al quale rispondere con urgenza. "Un miliardo di euro per le operazioni militari in cui è impegnata l'Italia - ha dichiarato - è una cifra molto alta, specie se la mettiamo in relazione alla spesa per gli interventi di cooperazione". D'altro canto, il sottosegretario ha espresso la volontà del governo di fare della cooperazione bilaterale e mutilaterale uno dei suoi punti di forza. "Il nostro Paese - ha concluso Cento - può svolgere un ruolo positivo nel campo della cooperazione solo se si comprende che l'approccio militarista è sbagliato. In questo senso, il ritiro delle truppe dall'Iraq rappresenta un chiaro segnale positivo".

E domani, 25 novembre (ore 14,00-16,30), si terrà il Seminario "Disarmo e Povertà: commercio e produzione delle armi fattore determinate per alimentare conflitti e povertà" promosso da Rete Italiana disarmo, Rete Lilliput, Pax Christi, Archivio Disarmo, Amnesty International, Campagna Mine al quale interverranno: Francesco Vignarca (Rete Italiana Disarmo), Don Fabio Corazzina (Pax Christi), Emilio Emmolo (Archivio Disarmo), Giuseppe Schiavello (Campagna Mine), Fabio Affito (Amnesty International), Riccardo Troisi (Rete Lilliput), Lisa Clark (Beati Costruttori di Pace), Giulio Marcon (Sbilanciamoci), Alberto Castagnola (Formin) e Andrea Baranes (Crbm). [GB]

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