Unip: a Rovereto i popoli indigeni del mondo intero

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Volge al termine la Decade Internazionale delle Popolazioni Indigene del Mondo proclamata dall'Assemblea Generale dell'ONU per il periodo 1995-2004 senza che venga approvato il progetto di Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni allo studio dal 1982. L'Università Internazionale delle Istituzione dei Popoli per la Pace vuole far sì che non si spengano i riflettori su questo punto scottante dell'agenda politica internazionale, dedicando la dodicesima edizione del corso internazionale all'approfondimento della questione indigena. "Globalizzazione, diritti dei popoli indigeni e lotte nonviolente" sarà il percorso che dal 17 ottobre al 7 novembre raggrupperà una ventina di attivisti indigeni di diverse parti del mondo e un corpus docenti formato per lo più da legali e studiosi, loro stessi appartenenti a comunità autoctone.

Non a caso, ospitato dall'Istituto Culturale Mòcheno-Cimbro, dal 18 al 26 ottobre il corso si svolgerà a Luserna, l'esemplare comunità trentina che ha saputo conservare nei secoli la propria unicità di minoranza linguistica e culturale. Una scelta simbolica, perché quello della proprietà culturale ed intellettuale, insieme alla proprietà territoriale ed al diritto di autodeterminazione e all'autonomia rispetto agli stati centrali, sono tra le rivendicazioni più urgenti avanzate dai popoli nativi. Proprio di questo si discuterà in aula.

Nella prima settimana di corso - grazie agli interventi di Tomás Alarc㳀n, presidente della Commissione Giuridica per l'Autosviluppo dei Primi Popoli Andini (CAPAJ, Perù), e di Maivan Clech Lam dell'Istituto di Studi Internazionali Ralph Bunche della City University di New York - si della proprietà intellettuale collettiva e del diritto delle comunità autoctone di controllare e gestire le proprie risorse naturali, oggetto spesso di duro scontro con i governi centrali.

Nella seconda settimana, il corso si addentrerà maggiormente nel campo della legislazione internazionale con Dalee Sambo Dorough, rappresentante per l'Alaska del Comitato di Consulenza sulle questioni pertinenti all'ONU della Conferenza Circonpolare Inuit e Luis Rodriguez-Pi㱀ero, ricercatore nel programma per la legislazione e le politiche indigene dell'Università dell'Arizona

Il percorso si concluderà con una serie di seminari sulla nonviolenza. Chaiwat Satha-Anand, professore di scienze politiche presso la Thammasat University di Bangkok proporrà una lettura di come sia possibile rinegoziale l'identità attraverso l'azione nonviolenta mentre Victoria Lucia Corpus, direttrice della Fondazione Tebtebba proporrà un escursus sui movimenti indigeni nonviolenti e sugli strumenti utilizzati per ottenere i risultati raggiunti a livello sia nazionale sia internazionale.

Il gruppo dei corsisti è formato da attivisti indigeni di tutto il mondo che da anni partecipano alla lotta nonviolenta per il riconoscimento dei loro diritti. Esperienze professionali e di vita rilevanti, per cintarne alcune, quella di Moana Sinclair, una Maori neozelandese produttrice di documentari sui popoli indigeni, Ratnaker Bhengra, legale e formatore presso il Comitato d'Azione per lo sviluppo del popolo Munda, June Lorenzo, appartenente all'etnia Navajo coordinatrice presso l'Alleanza legale degli Indiani d'America e John Kariuki, keniota Kikuyu, stretto collaboratore di Wangari Maathai, recente premio Nobel per la pace.

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