Un anno di movimento, made in Usa

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Nei giorni scorsi, in tutto il mondo, il movimento per la pace è sceso in piazza per ricordare il terzo anniversario della guerra in Iraq. E proprio il 19 marzo di un anno fa nasceva a Roma l'associazione Statunitensi per la pace e la giustizia.

Vogliamo ripercorrerne insieme le tappe. La prima iniziativa a cui abbiamo partecipato è stata la manifestazione contro la guerra di un anno fa. Eravamo in 50 e sfilavamo insieme allo storico gruppo degli Statunitensi contro la guerra di Firenze. Da allora siamo cresciuti. Oggi abbiamo una mailing list di più di 270 persone, il 70% cittadini degli Stati Uniti, gli altri di altri paesi del mondo, tutti residenti a Roma.

Il nostro obiettivo è quello di lavorare insieme al movimento italiano e di dar voce all'"Altra America", quella che è contraria alla guerra e alla politica di aggressione del governo statunitense.

Per questo abbiamo partecipato a numerosi sit-in e manifestazioni, dalla protesta davanti all'ambasciata USA per l'uso di fosforo bianco a Fallujah, alla protesta per il rinnovo del finanziamento della missione italiana in Iraq, alla giornata internazionale delle donne contro la guerra.

Abbiamo organizzato un nostro presidio davanti all'Ambasciata USA il 24 settembre 2005, in concomitanza con la grande manifestazione di Washington, D.C. e un gruppo di dieci sono riusciti ad introdursi in una diretta da Piazza Navona del programma televisivo più visto la mattina negli Stati Uniti, mandando un messaggio contro la guerra.

Un particolare attenzione è sempre stata riservata all'informazione. L'associazione organizza dal maggio 2005 un cineforum in cui sono stati finora proiettati 15 documentari, che trattano sì della guerra in Iraq, ma anche altri argomenti: dal Plan Colombia al voto elettronico, ai tentativi di colpi di stato in Venezuela e Haiti, al trattamento dell'occupazione dei territori palestinesi da parte dei media statunitesi, dalle multinazionali e politiche economiche alle condizioni di persone di orgine africana in tutto il mondo.

Abbiamo contribuito ad organizzare la proiezione del video su Fallujah in inglese e italiano con la presenza, tra altri, degli autori e un incontro con lo scrittore e giornalista statunitense Dave Lindorff e Maurizio Torrealta di Rai News 24. Una presentazione su New Orleans e il dopo-Katrina è stata organizzata con Liz Carter, statunitense che ha lavorato come volontaria dopo l'uragano.

Un altro obiettivo dell'associazione è di assicurarsi che gli statunitensi residenti a Roma rimangano attivi nella politica del proprio paese. Un bolletino settimanale viene inviata via email con le ultime notizie e anche informazioni utili per contattare i membri del Congresso e i media. Finora sono state inviate 5 lettere all'Ambasciatore statunitense in Italia per comunicare preoccupazione sulla politica estera degli Stati Uniti. Aspettiamo ancora una risposta.

Come statunitensi residenti all'estero, ci troviamo in una situazione particolare, con l'opportunità di guardare il nostro paese da fuori e tramite gli occhi degli altri, e anche di dare un piccolo contributo nel costruire i ponti necessari per rendere il movimento per la pace un movimento internazionale.

Un anno fa ci siamo incontrati per la prima volta per partecipare a una grande manifestazione contro la guerra. Quest'anno abbiamo fatto lo stesso, per portare, con altrettanta determinazione e un gruppo ancora più solido, il nostro contributo alla grande manifestazione del 18 marzo a Roma.

Fonte: U.S. Citizens for Peace and Justice

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