Sudan: i difficili passi della pace

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Dopo mesi di estenuanti trattative è stato raggiunto un accordo sulla sicurezza delle aree meridionali del Sudan durante il "periodo di transizione" di 6 anni che dovrebbe seguire all'accordo di pace definitivo previsto alla fine del periodo di tregua da alcuni mesi in atto. Ma se nel sud del paese la diplomazia sta raggiungendo buoni risultati continuano le stragi e i combattimenti, nella regione di Darfur, parte nord-occidntale del Sudan.

Secondo Medici senza Frontiere dalla regione di Darfur sono in fuga migliaia di civili. Almeno 15.000 negli ultimi mesi, più di 400.000 dall'inizio delle ostilità. Vengono accolti in campi profughi oltre confine nel vicino Chad. Intanto le notizie di combattimenti tra i governativi e le truppe dal SPL/A (Sudan People's Liberation Army) continuano a susseguirsi nonostante tra id ue gruppi sia in atto una tregua.

Nelle regioni a sud la situazione sembra volgersi in positivo nonostante la situazione in equilibrio precario. L'accordo sulla sicurezza siglato nei giorni scorsi dovrebbe garantire il completo arresto delle ostilità nei prossimi mesi. L'accordo di pace dovrebbe prevedere la creazione di due camere legislative (una per il nord una per il sud del Paese) ed una nazionale. Si cerca così di garantire una certa dose di autonomia a favore delle regioni meridionali a maggioranza cristiana che non dovranno sottostare alle leggi sharaitiche (l'estensione delle quali fu la miccia del conflitto nell'1983) promulgate nel settentrione islamico. Nodo fondamentale, ancora da sciogliere, è quello però legato allo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel sud del Paese che il governo vorrebbe gestire direttamente e che le milizie ribelli rivendicano.

Il Sudan è teatro di una sanguinosa guerra civile da 20 anni che ha visto opporsi il governo settentrionale di Kharthoum ai ribelli del Sudan People's Liberation Army (SPLA) che rivendicano l'indipendenza delle regioni meridionali. Alle fondamenta della guerra vi è la profonda differenza etnico-religiosa che vede il nord nazionalista arabo ed islamico ed il sud nero, cristiano animista organizzato su strutture di stampo tribale.

Da alcuni mesi si è aperto un'altro fronte di guerra civile nella regione di Darfur (nord-ovest del Paese) abitata da popolazioni islamico-animiste prevalentemente nomadi. Alcune etnie locali (tra cui i Fur e i Masalit), appoggiate dal SPLA, hanno cominciato una lotta armata per fronteggiare la campagna di repressione attuata dal governo per il controllo dei loro territori. [DS]

Altre fonti: Warnews;

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