Somalia: Unione africana approva l'invio forza di pace

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Il Consiglio per la pace e la sicurezza dell'Unione Africana (Ua) ha approvato ieri i piani per il dispiegamento di una forza di pace in Somalia (Amisom, African Mission to Somalia). Lo annuncia l'agenzia Misna citando fonti della stessa Ua: già nei prossimi giorni circa 2500 soldati arriveranno nel paese come avanguardia di un contingente che a dispiegamento completato conterà 7600 uomini. Il mandato dell'Amisom sarà di soli sei mesi, al termine dei quali la missione "si trasformerà in un'operazione dell'Onu" e dovrebbe comprendere "la facilitazione di operazioni umanitarie in Somalia e il consolidamento della pace e della stabilità nel paese".

Said Djinnit, commissario dell'Ua per la pace e la sicurezza, ha chiesto agli stati membri dell'Ua e all'Unione europea di fornire "appoggio finanziario e tecnico" all'operazione, annunciando appunto che al termine dei sei mesi di mandato iniziale dell'Amison, la missione in Somalia "si trasformerà in un'operazione dell'Onu". Per il momento appare certo solo il dispiegamento di soldati ugandese, ma anche Nigeria, Sudafrica, Mozambico e Rwanda nei giorni scorsi hanno dimostrato disponibilità a inviare propri contingenti. La controversa presenza etiope in Somalia dovrebbe perciò chiudersi con l'arrivo nel Paese della missione dell'UA.

Ma l'insicurezza resta alta a Mogadiscio: dopo l'attacco condotto ieri da ignoti ieri contro la residenza presidenziale, Villa Somalia, un gruppo armato ha teso un'imboscata contro un convoglio di mezzi etiopi, presenti a fianco del governo di transizione somalo. Secondo alcune fonti, ad aprire il fuoco contro la colonna di mezzi etiopi sarebbe stato un solo uomo; secondo altre, invece, ad attaccare i mezzi militari etiopici sarebbe stato un nutrito gruppo di uomini armati. Le informazioni a disposizione per il momento sembrano confermare che sia tra le vittime che tra i feriti vi sarebbero soprattutto civili.

Nei giorni scorsi l'Associazione delle Ong italiane ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio in previsione dell'annunciata visita ufficiale di Prodi ad Addis Abeba il prossimo 28 gennaio. Le Ong - di cui diverse attive in Somalia - chiedono di non abbandonare "di nuovo" il Paese del Corno d'Africa, e di fare in modo che sia riaperto al più presto il dialogo con le autorità somale per riprendere gradualmente, ma decisamente, il percorso costituzionale. Per le Ong, gli attori principali per la gestione della crisi - Igad, Unione africana, Organizzazioni internazionali e Paesi e organizzazioni del Gruppo di contatto, di cui fanno parte Italia, Germania, Norvegia, Svezia e istituzioni Ue - devono agire per la ripresa della Risoluzione 1725 votata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza il 6 dicembre e ignorata dalle istituzioni transitorie somale, in accordo con Usa. [GB]

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