Olanda: premiati i Caschi blu complici strage di Srebrenica

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I sopravvissuti di Srebrenica protestano contro il conferimento di decorazioni ai Caschi blu olandesi che nel luglio 1995 barattarono la loro incolumità con le truppe di Mladic che trucidarono più di 8000 persone. L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) protesterà il prossimo lunedì 4 dicembre ad Assen in Olanda contro il conferimento di decorazioni ufficiali ai Caschi blu olandesi stazionati nel 1995 nell'allora zona di protezione dell'ONU esponendo un manifesto lungo 60 m e recante i nomi di tutti i 8196 morti del massacro di Srebrenica: i collaboratori dell'associazione insieme ai sopravvissuti e parenti delle vittime del massacro leggeranno i nomi delle persone trucidate.

Il massacro di Srebrenica fu un genocidio e crimine di guerra, consistito nel massacro di migliaia di bosniaci nel luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic nella zona protetta di Srebrenica che si trovava al momento sotto la tutela delle Nazioni Unite. È considerato uno dei più sanguinosi stermini di massa avvenuti in Europa dai tempi della seconda guerra mondiale: secondo fonti ufficiali le vittime del massacro furono circa 7.800, sebbene alcune associazioni per gli scomparsi e le famiglie delle vittime affermino che furono oltre 10.000.

Durante i fatti di Srebrenica, i 600 Caschi blu dell'ONU, le tre compagnie olandesi Dutchbat I, II e III, non intervennero: motivi e circostanze non sono ancora stati del tutto chiariti. La posizione ufficiale è che le truppe ONU fossero scarsamente armate e non potessero far fronte da sole alle forze di Mladic. Si sostiene, inoltre, che le vie di communicazione tra Srebrenica, Sarajevo e Zagabria non fossero ottimali, causando ritardi e intoppi nelle decisioni.

I fatti però parlano chiaro: nel 1993 gli abitanti di Srebrenica furono disarmati dai Caschi blu che in questo modo tolsero loro la possibilità di difendersi dalle truppe serbe. Gli abitanti di Srebrenica furono così costretti ad affidarsi alla protezione dei Caschi blu olandesi. Nel luglio del 1995 i contingenti olandesi barattarono la loro incolumità con la consegna della città alle truppe di Mladic. Il resto è la storia del massacro di un numero inaudito di persone. A distanza di 11 anni ancora non è stato possibile riesumare ed identificare tutti i corpi dalle fosse comuni. Nel 2004 il Tribunale Penale Internazionale dell'Aja ha definito ufficialmente il massacro, il più grande mai accaduto in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, un vero e proprio genocidio. Due documentari dell'Osservatorio sui Balcani fanno luce sui fatti e sulle conseguenze, tuttora aperte, del massacro. [GB]

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