Lettera della figlia di Tom Fox

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Questa lettera è scritta dalla figlia di Tom Fox, uno dei quattro operatori rapiti in Iraq del Christian Peacemaker Teams (CPT).

LETTERA

"Sono la figlia di Tom Fox. Mio padre ha scelto di andare in Iraq e ascoltare chi non ha voce. Incontra famiglie che soffrono per la mancanza di persone care. Per gran parte del tempo passato in Iraq, ha cercato di far liberare dei detenuti. Non volevo che mio padre andasse in un Paese dove la sua cittadinanza statunitense potesse far passare in secondo piano le sue ragioni pacifiche. Ma mio padre è fatto così, si dedica con tutto l'impegno alla risoluzione pacifica dei problemi. È lì perché gli iracheni non vengono ascoltati e troppo spesso nemmeno aiutati. Deve essere stato rapito per sbaglio. Si trova lì solo per portare alla luce, o sotto i riflettori le esperienze di ogni iracheno che incontra. È lì per aiutare la gente. In pace, rispettosamente e pienamente.

Mi ha raccontato di essere stato bene accolto dalle famiglie che ha incontrato. Mi parla spesso della cortesia, della pietà e della compassione che ha conosciuto in quel Paese. I vicini lo vanno a trovare, portandogli cibo e gentilezza. Lo commuove il calore delle persone che ha incontrato. Nelle foto, nei filmati di questi giorni mio padre sembra tanto stanco. Talmente stanco. non voglio nemmeno immaginare quanto. Faccio fatica persino a trovare spazio per le mie emozioni. Vorrei riuscire a comunicare quanto mio padre sia amato, ma più di tutto vorrei semplicemente abbracciarlo. Voglio trovare un modo per trasmettergli la forza che lui ha dato a me.

Voglio fargli vedere quanto la pace del suo cuore mi abbia illuminato e aiutato a trovare la mia strada nella vita. Mio padre ha sempre amato viaggiare. Crede che il vero scopo del viaggio sia conoscere ambienti diversi dal nostro. Quando mio fratello e io eravamo piccoli, la nostra famiglia visitava una città diversa ogni anno. Prendevamo il treno o l'autobus e una volta arrivati cercavamo di girare a piedi il più possibile. Assaggiavamo cibi nuovi e visitavamo i musei. Ci perdevamo apposta per poter imparare un nuovo percorso per tornare. Eravamo bambini, e allora non capivamo sempre il valore di queste cose, ma mio padre ci stava insegnando a vedere una nuova opportunità in ogni fase della vita, programmata o inaspettata. Mio padre ama la vita all'aperto: quando viaggiamo in famiglia, andiamo sempre in qualche parco; nei fine settimana ci porta a fare escursioni sui monti Appalachi. Ogni volta che torna dall'Iraq, mio padre visita la stessa montagna in Virginia. È il suo modo per ritrovare la centralità in se stesso e recuperare l'energia, per trovare la calma e la pace che spera di trasmettere agli altri.

Mio padre non era un marine, era un musicista. Rifiuta educatamente gli sconti per militari. Si esercitava al clarinetto tutti i giorni e quando mio fratello e io abbiamo iniziato a suonare, ci ha incoraggiati a fare lo stesso. Quel ritmo è ancora dentro di lui, apprezza la musica delle parole. Quando viaggia, porta con sé un registratore per poter esprimere la musica che è nel suo cuore.

Ma sopratutto mio padre sa ascoltare. Anche quando nessuno parla. Attribuisce valore all'onestà del silenzio. E quando parla, la sua voce esprime rispetto e gentilezza, una forza capace di farsi pacata testimonianza della vita che ha scelto di vivere. Amo mio padre. Sono così felice di essere stata cresciuta da un uomo così affettuoso, onesto e gentile che continua a insegnarmi l'importanza di vivere secondo i miei principi.

È il mio sostegno e la mia guida.

Continuerò a pregare per lui e le persone con cui si trova, così come prego per una soluzione pacifica . Liberatelo, per favore. Ho bisogno che torni a casa "

Traduzione di Isabella Mangani, revisione di Graziella Perin
www.traduttoriperlapace.org

Sei invitato a sottocrivee un appello internet per la liberazione dei quattro Cpt. Il sito della petizione e' :

http://www.petitionspot.com/petitions/freethecpt

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