La guerra è solo orrore

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Foto: Cash da Unsplash.com

La guerra è solo orrore. In Ucraina come altrove. Superati i 110 giorni dall’invasione russa, l'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani dice che – ufficialmente – sono almeno 4.481 i civili uccisi. L’inventario è terribile: 1.739 uomini, 1.159 donne, 119 ragazze e 125 ragazzi, oltre a 40 bambini e 1.299 adulti il cui sesso è ancora sconosciuto. La maggior parte è rimasta vittima di bombardamenti, missili e attacchi aerei. 

Una strage che si somma a quella dei soldati. Quanti? Le stime parlano di un numero complessivo, cioè di entrambi gli eserciti, ormai vicino ai 50mila. Una carneficina, che non ferma la battaglia. L'offensiva russa va avanti. L’esercito di Mosca, dicono gli osservatori, si muove lungo nove differenti direzioni, deciso a chiudere la partita nel Lugansk. Lo sforzo maggiore è su Severodonetsk. I civili hanno lasciato in massa la città. I combattimenti sono attorno alla fabbrica chimica Azot. Lì sarebbero asserragliati i difensori, con qualche migliaio di civili. Le milizie filorusse sarebbero entrate nel perimetro, ma lo scontro è furioso.

Per i russi, comunque, la guerra è tutt’altro che facile o vinta. Per l’intelligence britannica, nel Donbass le truppe russe sarebbero in affanno: "Probabilmente stanno operando gravemente sotto organico – ha dichiarato un funzionario alle agenzie internazionali -. Alcuni gruppi tattici di battaglioni, in genere costituiti da circa 600-800 soldati, sono stati in grado di radunarne appena 30. I soldati si muovono a piedi e l'avanzata è lenta”. Kiev, dal canto suo, annuncia i propri obiettivi militari: liberare tutti i territori occupati dalla Russia, compresa la Crimea.

Che si tratti di traguardi realizzabili resta da vedere, ma tant’è: queste sono le condizioni. Ribadite dal presidente ucraino Zelensky, in occasione della visita in Ucraina dei leader di Francia, Italia e Germania. Macron, Draghi e Scholz sono arrivati in treno. Sono andati a Irpin, "dove sono avvenuti omicidi", ha detto il presidente francese. "Non siamo in guerra contro il popolo russo come collettività – ha aggiunto - noi abbiamo continuato a parlare con Putin, ma abbiamo sempre informato Zelensky. Le modalità della pace non saranno decise che dall'Ucraina e dai suoi rappresentanti. Francia e Germania non negozieranno mai con la Russia alle spalle dell'Ucraina". Draghi ha aggiunto: “Avete il Mondo dalla vostra parte”. 

Cosa non esattamente vera: i russi stanno altrove. Lo conferma un nuovo attacco su Twitter di Dmitry Medvedev. L’Ex presidente russo scrive “I fan europei di rane, salsicce di fegato e spaghetti amano visitare Kiev con zero utilità". Ancora una serie di offese, ad una settimana dalle pesanti frasi – sempre targate Medvedev - sull’odio nei confronti della cultura occidentale e sul desiderio di vedere i nemici della Russia eliminati. La speranza di tutti è che non sia mai lui a sedersi ad un futuro, eventuale, tavolo per un negoziato di pace.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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