Kenya: parte tra le violenze la mediazione di Annan, emergenza sfollati

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Continua la violenza in Kenya dopo le contestate elezioni presidenziali del 27 dicembre. A Nairobi i soldati hanno sparato sulla folla dei manifestanti e la tensione resta alta anche in tutte le principali città dell'ovest del Kenya interessate negli ultimi giorni da violenze e scontri che hanno per protagonisti gruppi di giovani armati appartenenti ad alcune delle tribù locali - riporta l'agenzia Misna. In questa zona nei disordini di questa mattina almeno tre persone sarebbero morte: due nei violenti scontri tra bande e una terza per mano della polizia, mentre nell'intera nazione sarebbero 12 le persone uccise nel corso della giornata: il bilancio totale delle vittime sale così a 850 da quando il 27 dicembre la controversa elezione del presidente Mwai Kibaki ha scatenato gli scontri che hanno in seguito assunto connotazioni etniche. Diverse fonti raccolte dalla Misna riferiscono la presenza in alcune aree di bande di 'mungiki' trasferite a bordo di camion: i 'mungiki' ('moltitudine' in lingua kikuyu) sono una setta criminale bandita dal governo nel 2002 e composta per lo più da giovani disoccupati.

Le violenze che hanno investito Nairobi dove - secondo bilanci discordanti dalle quattro alle sette persone sarebbero state uccise negli scontri avvenuti in nottata nella baraccopoli di Kibera - si sono sviluppate anche in seguito all'uccisione del parlamentare dell'opposizione Mugabe Were, esponente dell'Orange democratic movement (Odm). Il parlamentare, sposato con un cittadina italiana con la quale ha avuto due figli, è molto noto in Italia: da consigliere comunale a Nairobi si era occupato anche con l'aiuto di istituzioni italiane (soprattutto pugliesi) di progetti di sostegno ai bambini della baraccopoli di Korogocho e dei problemi legati alla discarica di Dandora. "Potrebbe essere stata una rapina come tante o qualcos'altro. Non è chiaro niente al momento. Politicamente, però, Were era un novizio, non era certo una figura di primo piano" - ha riferisto alla Misna una fonte missionaria che lo conosceva bene.

Nel pomeriggio l'ex segretario delle Nazioni Unite, Kofi Annan iniziato un tentativo ufficiale di mediazione per porre fine alla crisi. Annan, riunendo il presidente Kibaki e il leader dell'opposizione Odinga, ha detto che spera che le questioni politiche più urgenti possano essere risolte nel giro di quattro settimane e quelle più complesse entro un anno. Annan ha chiesto con fermezza che il governo prenda "misure straordinarie" per garantire la sicurezza dei cittadini - riporta da Nairobi il vice-presidente di Amref, Thomas Simmons.

Intanto è emergenza sfollati: sono diversi gli appelli delle Ong italiane presenti nella zona. Medici Senza Frontiere ha da giorni attivato diverse equipe mediche: a Eldoret, una città di transito nella Western Province, le equipe di MSF forniscono assistenza a 30mila persone che sono giunte in città all'inizio di gennaio. L'equipe di MSF ha anche iniziato a fornire supporto a tre centri di salute in diversi stanziamenti a Eldoret e sta valutando la situazione nelle zone circostanti dove i più poveri tra gli sfollati sembra si stiano installando, come a Moi's Bridge e a Turbo e continua la propria attività a Nairobi. Amref è in prima linea per fronteggiare l'emergenza, sta assistendo migliaia di sfollati, costruendo latrine, docce e cisterne, e ha costituito quattro cliniche mobili per potenziare l'offerta sanitaria nelle aree più colpite. Anche la comunità del Saint Martin si è attivata per dare assistenza agli sfollati che si trovano a Nyahururu (Kenya) nella zona di Nakuru nella Rift Valley a metà strada tra Nairobi e Eldoret. [GB]

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