Italia: parte il digiuno verso un 'nuovo' 19 marzo

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Sono gia 250 le persone, oltre a 50 organizzazioni, che hanno aderito al digiuno per la liberazione di Giuliana Sgrena. All'appello "Quanti giorni all'alba?", lanciato da alcuni religiosi cristiani, musulmani ed ebrei, si aggiunge il presidio sotto i luoghi della politica italiana. Oggi è stata presente sotto Montecitorio una delegazione della Fiom e in serata torna il presidio sotto Palazzo Chigi del gruppo d'azione nonviolenta "Articolo 11". I volontari che promuovono il sito www.pergiuliana.org, per raccogliere le adesioni al digiuno pubblico, hanno anche ricordato le modalità per rendere efficace questa pratica nonviolenta. Innanzi tutto è necessario segnalare la propria adesione all'appello attraverso il sito internet segnalando il giorno e la forma con la quale la singola persona o la comunità digiuneranno. All'appello del digiuno ha aderito anche il glt Nonviolenza e conflitti della Rete Lilliput.

E proprio la Rete Lilliput rilancia in vista della giornata mondiale contro la guerra indetta dal World Social Forum di Porto Alegre, si appella alle reti dei movimenti contro la guerra per agire nuovi percorsi di pace che partano dalle scelte quotidiane per arrivare ad individuare strumenti/azioni e forme di mobilitazione popolari più efficaci, capaci di ostacolare il funzionamento della macchina della guerra nei suoi diversi ingranaggi. "Se da sempre siamo convinti che la sola manifestazione rappresenta una modalità di lotta, ormai insufficiente a contrastare l'attuale sistema strutturale di violenza permanente, occorre provare a proporre/sperimentare assieme nuove strade per contrastare la guerra e costruire la pace". Quella lillipuziana è una proposta che va nella direzione di un progressivo/incisivo livello di azione conflittuale, qualcosa che cambi le modalità di mobilitazione partendo dai territori e dall'agire quotidiano per arrivare ad un momento collettivo fortemente incisivo.

Tra le campagne che vengono proposte per attivarsi nella giornata del 19 marzo ci sono gli argomenti del disarmo, economia e consumi responsabili. Per l'occasione verrà rilanciata la campagna sull'obiezione alle spese militari dichiarando il rifiuto che versamenti delle tasse siano utilizzati in percentuale per acquisto di armi. A questa si aggiunge la campagna Control Arms attraverso la foto-petizione internazionale con cui chiedere alla Conferenza dell'Onu nel 2006 un trattato internazionale sul commercio di armi e un maggior controllo delle esportazione di armi, in particolar modo quelle leggere che causano 500.000 vittime ogni anno, e per le quali l'Italia rappresenta il secondo paese esportatore al mondo. Infine viene rilanciata agli enti locali la proposta di approvare ordini del giorno che impegni le giunte a discutere la proposta della tesoreria "disarmata" (cioè non affidata a banche che sostengono le vendite di armi), o comune disarmato. [AT]

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