Iraq: terroristi contro le sedi dei partiti kurdi

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Due attentati kamikaze hanno colpito ieri le sedi di partito kurde a Erbil nel nord dell'Iraq.
L'agenzia Misna riferisce che alle centinaia o decine di morti (il bilancio non è ancora definitivo) di Erbil, nelle 48 ore del fine-settimana che precedeva l'inizio della "festa del Sacrificio", si sono aggiunti almeno nove vittime per un'autobomba a Mossul (inclusi sei agenti di polizia), tre soldati americani uccisi tra Tikrit e Kirkuk ( per un totale tra i 520 e i 530 dall'inizio della guerra), un altro a Balad, 20 iracheni morti a causa di un'esplosione in un deposito di munizioni a sud di Kerbala, un turcomanno a Kirkuk, e cinque persone, tra cui - amara ironia della sorte - quattro profughi palestinesi nel popolare quartiere Baladiyyat di Baghdad che ospita più di mille famiglie fuggite dal conflitto mediorientale.

Molti dei feriti sono stati trasferiti all'ospedale di Emergency, gli ospedali pubblici della citta' non sono in grado di fare fronte all'emergenza. Gino Strada intervistato da PeaceReporter dopo la stage di Erbil dichiara "la lettura prevalente è che l'attentato sia un tentativo di destabilizzare la regione kurda, colpendo chi ha collaborato con l'esercito statunitense. Ma questa lettura ci sembra un commento secondario davanti al fatto che anche oggi decine di persone si sono svegliate e non andranno a dormire stasera" - e prosegue - "Decine di voli per gli Usa cancellati, un aeroporto chiuso in Italia, allarmi continui: quando si diceva che la precondizione per tener fuori la guerra dai nostri Paesi era quella di stare fuori dalla guerra, forse, non siamo stati capiti abbastanza. Certamente non sono state ascoltate le decine di milioni di persone che rifiutavano la guerra come strumento".

L'Associazione per i Popoli Minacciati (Apm) ha chiesto intanto all'Unione europea e agli USA una chiara presa di posizione a favore dell'autonomia del Kurdistan iracheno. Per l'Apm "i responsabili dell'attentato sono sicuramente gli oppositori del governo autonomo nel Nord Iraq e di un Iraq federale, e sono da ricercare tra i fondamentaliste islamici o tra gli iracheni sciovinisti". [RB]

Altre Fonti: Associazione per i Popoli Minacciati, PeaceReporter

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