Iraq: operazione caccia all'uomo e il no di 30 soldati bulgari

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Secondo un inchiesta del New York Times il governo americano ed israeliano hanno deciso di dar vita all'operazione "Caccia all'uomo" che mira con le forze speciali colpire i sostenitori di medio rango, collaboratori o presunti simpatizzanti della resistenza irachena. Il nuovo gruppo di Forze speciali designati come Task force 121, comprende elementi della Delta force, delle truppe d'assalto della marina dei Seals e unità di commandos paramilitari della Cia. Secondo un ex esponente dei servizi segreti militari israeliani "non esiste un controllo centralizzato per le singole cellule di un sistema organizzato che conducono gli attacchi civili". Va ricordato che quando in Vietnam un'operazione simile sfuggi al controllo dei comandi centrali provocò quarantamila vittime di cui ventimila americani.

Da Baghdad arriva intanto la notizia che il primo gennaio le truppe americane hanno fatto un raid in una moschea nella parte ovest della città alla ricerca di armi e esplosivi. Venerdi, dopo la preghiera collettiva più di mille persone hanno denunciato l'incursione di giovedi con una manifestazione che accusava le truppe di calpestare il corano.

Circa 30 soldati bulgari del contingente in missione in Iraq sotto il comando polacco hanno rifiutato di continuare la loro presenza dopo l'attentato che sabato scorso ha ucciso 19 persone e ne ha ferite 200 tra cui 64 componenti bulgari dei 480 presenti. Il Paese ha osservato un giorno di lutto nazionale. Il generale bulgaro Kolev ha precistato che i soldati in Iraq sono volontari, ma per il loro ritiro dovranno rimborsare le spese per l'addestramento e per gli esami medici.

Fonti: Space War, Common Dreams, Italy Indymedia

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