Iraq: il silenzio su Wali e l'aiuto ai profughi cristiani

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L'Ong Intersos ha appreso con immenso dolore la notizia della feroce uccisione di altre persone rapite in Iraq. Tra loro Ayad Anwar Wali, l'imprenditore italo-iracheno rapito il 31 agosto a Baghdad. "Ci sentiamo vicini alla famiglia di Ayad come a tutte le famiglie delle vittime, irachene e di altri paesi. Con forte sofferenza. Ci sentiamo colpiti, profondamente. E' la nostra umanità che è quotidianamente colpita: quella in cui crediamo e per cui ci battiamo, quella che non cessa di credere nel valore assoluto di ogni essere umano". L'appello continua invitando forze politiche, organizzazioni della società civile, comunità religiose e singole persone a operare per togliere i motivi del terrorismo con una reale condivisione delle responsabilità. La famiglia di Ayad Anwer Wali ribadisce in un comunicato stampa affidato al sito web www.reporterassociati.org, il senso di profondo abbandono provato durante i lunghi giorni di sequestro subìti da Ayad. "Un abbandono pressochè totale da parte di tutte le sistituzioni preposte alla tutela e alla difesa dei cittadini italiani. Dopo 25 anni di presenza e di lavoro in Italia pensavamo di meritarci più attenzione e vicinanza da parte del Ministro degli Esteri, degli organi di intelligence e della classe politica in generale".

L'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) pone l'attenzione sull'aumento del flusso di profughi cristiano-caldei dall'Iraq e si appella alle Chiese in Europa affinché rafforzino il proprio lavoro di sostegno all'Iraq e elaborino immediatamente un programma di aiuti per l'emergenza. Secondo quanto racconta Tilman Z㼀lch, presidente dell'APM Internazionale che si trova nel Nord dell'Iraq, le locali organizzazioni cristiano-caldee iniziano a essere sempre più preoccupate per la crescente persecuzione di cristiani da parte di gruppi islamici: i dieci cristiani uccisi la settimana scorsa a Baghdad e il cristiano-caldeo decapitato a Mosul sono solo gli ultimi di un lungo elenco di morti. Da maggio 2003 in Iraq sono stati uccisi oltre 80 cristiani iracheni, di cui 20 in settembre 2004.

Le famiglie cristiane dell'Iraq centrale e meridionale, abitato prevalentemente da arabi, stanno progressivamente perdendo la speranza per una convivenza pacifica e decidono di fuggire presso i loro parenti nel Nord, abitato prevalentemente da Kurdi, o nella vicina Giordania e Siria, dove negli scorsi due mesi sono giunti almeno 40.000 profughi cristiani. Secondo diverse stime in Iraq vivono tra i 600.000 e un milione di Cristiani assiro-caldei. I dieci cristiani uccisi lavoravano come camerieri per il club Madi Al Said, nel quale vengono servite anche bevande alcoliche. I giovani uomini sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco mentre tornavano a casa dopo il lavoro.

Altre fonti: Associazione per i Popoli Minacciati, Reporter Associati

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