Iraq: dagli Usa all'Europa si torna in piazza

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Dagli Stati Uniti all'Europa. E' il vento dei movimenti pacifisti che si alza per chiedere la fine dell'occupazione in Iraq. A partire da sabato 24 settembre, le reti americane hanno indetto una tre giorni di grandi con una grande corteo a Washington per chiedere il ritiro delle truppe, facendo leva sulla morte di 1.600 militari statunitensi. "Nonostante la maggioranza degli americani non ha voluto questa guerra, i parlamentari continuano a dare l'ok alle proposte dell'amministrazione Bush. Quando i nostri programmi sociali stanno per essere decimati, una super maggioranza del congresso ha approvato recentemente la richiesta di 82 miliardi di dollari per la guerra in Iraq" dichiarano gli organizzatori. La domenica si terrà un festival e una preghiera intereligiosa a cui seguirà il lunedì un'azione diretta nonviolenta di disobbedienza civile, in cui le delegazioni religiose pregheranno arrivando fin d'avanti la Casa Bianca per esprimere la loro opposizione alla guerra. La giornata sarà preceduta da dei training formativi organizzandosi in gruppi di affinità.

La manifestazione più imponente si terrà a Washington, dove parlerà Cindy Sheehan, la madre coraggio americana che si è accampata per tutta l'estate davanti al ranch del presidente Bush. Altre proteste in programma a Los Angeles, San Francisco e Seattle. Con le stesse finalità saranno organizzati manifestazioni a Londra, Parigi, Madrid, Berlino, Dublino e Shannon, Irlanda e a Roma. "Nella capitale - afferma l'Arci -, le cittadine e i cittadini che fanno parte di "U.S. Citizens for Peace & Justice" e che vivono a Roma hanno promosso per le 17 un sit-in davanti all'ambasciata americana di via Veneto. Interventi, cartelli e striscioni, insieme ai movimenti e alle organizzazioni pacifiste italiane che hanno aderito all'iniziativa tra cui "Un Ponte per". "Per la prima volta cittadine e cittadini statunitensi che vivono fuori dal loro paese si fanno promotori a Roma di iniziative contro la guerra - conclude -. E' un fatto nuovo e importante, che segnala quanto ormai sia diffuso anche tra questi cittadini il rifiuto della politica di guerra dell'amministrazione Bush mentre cresce la consapevolezza della necessità di diventare protagonisti di una battaglia per pace". Ogni partecipante al sit-in è invitato dagli organizzatori a portare dei fiori, che verranno deposti accanto a un cippo che ricorderà tutti i morti di questa guerra. Una lettera che spiegherà i motivi della protesta verrà consegnata all'ambasciatore americano.

Puntuale l'adesione del Comitato Nazionale per il ritiro dei militari italiani dall'Iraq che motiva così: "L'assalto dei carri armati britannici alla prigione di Bassora ha reso evidente, se ce ne fosse ancora bisogno, la natura criminale e illegale dell'occupazione dell'Iraq, un paese nel quale ogni giorno di più cresce l'opposizione all'occupazione del paese da parte delle truppe straniere. I bombardieri statunitensi continuano a martellare i quartieri e i villaggi iraqeni, a far strage della popolazione civile, mentre gli obitori si riempiono dei cadaveri degli obiettivi degli squadroni della morte al soldo degli occupanti e dei loro collaborazionisti locali. Il governo italiano, nel frattempo, continua irresponsabilmente a provocare la resistenza iraqena e tutto il mondo arabo islamico con dichiarazioni inaccetabili, con la sua politica islamofobica, con il diniego di aprire un qualsiasi canale di trattativa con gli esponenti del dissenso iraqeno, oltre che ribadendo il suo servile sostegno all'amministrazione statunitense e accettando la proliferazione delle basi militari USA sul nostro territorio". [AT]

Approfondimenti: A.N.S.W.E.R., United for Peace & Justice

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