Iraq: attentato contro l'ambasciata turca

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Un'autobomba è esplosa nei pressi dell'ambasciata della Turchia a Baghdad causando la morte dell'attentatore suicida e il ferimento di almeno altre dodici persone. La scelta dell'obiettivo è secondo molti legata al via libera del Parlamento turco all'invio di truppe in Iraq.

Se da Ankara è arrivata una secca dichiarazione del premier Recep Tayyip Erdogan che, condannando l'attacco terroristica, esprime la convinzione che non vi sia legame con la decisione presa dal Parlamento, il voto ha acuito le tensioni interne nel Kurdistan, la vasta area nel nord dell'Iraq dove la maggioranza della popolazione è tradizionalmente ostile ad Ankara. Carta riferisce che l'opposizione all'invio di truppe è molto diffusa sia all'interno del Parlamento che nel Paese, inoltre, stando agli ultimi contatti tra Washington e Ankara, sembra che gli Usa in cambio potrebbero offrire sostegno militare contro i guerriglieri curdi, che si sono riposizionati nel nord dell'Iraq.

A conferma delle tensioni sorte dopo questa decisione l'agenzia Misna riporta la notizia del linciaggio di due camionisti turchi da parte di una folla di oltre 200 persone nel Kurdistan iracheno. Occupationwatch, riferisce che gli Stati Uniti sostengono l'intervento turco come primo contingente proveniente da un paese musulmano e ribadiscono che l'attentato non impedirà i programmi di peacekeeping turchi. Intanto gruppi musulmani sciiti rivali si sono scontrati nella città santa di Kerbala e almeno una persona è rimasta uccisa.

Riguardo alla bozza di risoluzione sul futuro dell'Iraq il segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha espresso serie critiche sostenendo che "non rappresenta un grosso cambiamento rispetto alle precenti intenzioni della coalizione" e che fin quando l'occupazione continuerà "crescerà la resistenza". [RB]

Altre Fonti: Occupationwatch, UN News Centre.

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