Iraq: appelli per Baldoni ai rapitori e al Governo

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Dopo l'appello per la liberazione del giornalista italiano Enzo Baldoni lanciato dai figli Guido e Gabriella, la redazione di Diario ha rivolto un messaggio ai rapitori spiegando che Baldoni è un giornalista indipendente e assolutamente autonomo, libero nei confronti del governo italiano. "Enzo Baldoni è stato determinante nell'organizzazione di due convogli di aiuti umanitari della Croce Rossa Italiana e della Mezzaluna Rossa, arrivati a Najaf il 15 e il 19 agosto. In entrambi i casi, è riuscito a entrare nella città, a consegnare viveri e medicinali e trarre in salvo donne e bambini, mettendo a rischio la propria vita". Il messaggio di Diario continua col raccontare la vicenda di Baldoni che aveva preso contatti con Teresa Sarti, presidente di Emergency, chiedendole aiuto per operare Mohammed, un iracheno che, mentre accompagnava la moglie a partorire in autoambulanza, era stato colpito da un carrarmato americano. La moglie e il bambino erano morti. Baldoni è stato rapito mentre stava tornando a Baghdad per accompagnare Mohammed all'ospedale di Emergency a Sulaymania.

Il Comitato nazionale Fermiamo la Guerra rivolge un appello per la liberazione di Enzo Baldoni. "Fargli del male non aiuta certo la causa della pace, anzi rafforza quel "partito" della Guerra che ha nel Governo italiano uno dei suoi esponenti. Baldoni fa parte di quella larga maggioranza del popolo italiano che chiede da tempo il ritiro delle truppe dall'Iraq". Per questo il Comitato Fermiamo la Guerra chiede che Baldoni possa continuare a dare il suo contributo di informazione e di pace. Amnesty International è estremamente preoccupata per la sorte del giornalista italiano e rinnova ancora una volta l'appello ai gruppi armati che agiscono in Iraq affinché cessino di compiere deliberati attacchi, sequestri e uccisioni di civili. "Il ciclo della violenza potrà essere interrotto solo se tutte le parti coinvolte mostreranno pieno rispetto per gli standard internazionali sui diritti umani." L'organizzazione per i diritti umani ricorda che tali azioni costituiscono crimini di diritto internazionale.

"Violenza e minaccia omicida vi rendono uguali agli aggressori, e non difendono né onorano il diritto del vostro paese" è il mesaggio ai rapitori del saggista nonviolento Enrico Peyretti. Al governo italiano e all'Ulivo - vista la loro intransigenza a non cedere a minaccie "anteponendo alla vita umana il prestigio fasullo dello stato implicatosi nella guerra, oppure credendo di combattere il terrorismo col rifiuto di ogni dialogo con chi minaccia" - Peyretti rilancia il ritiro dall'Iraq come vuole la maggior parte degli italiani. "Cominciare a venire via non sarebbe cedere al ricatto ma rimediare, anche se in ritardo a una tragica colpa". Secondo Peyretti è importante che l'Ulivo e tutta l'opposizione, come Zapatero, mettano chiaramente nel programma il ritiro dall'Iraq e la difesa dell'art. 11 della Costituzione. "L'Iraq, ridotto nella tragica situazione attuale, deve essere aiutato soltanto dai paesi che non hanno fatto né approvato la guerra". [AT]

Altre fonti: Diario, Comitato nazionale Fermiamo la Guerra

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