Europa: due minuti per Londra e dialogo con l'islam

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A Londra e in tutta l'Europa sono stati osservati due minuti di silenzio in memoria dei 52 morti degli attentati di una settimana fa nella metropolitana e nell'autobus di Tavistock square; e per manifestare solidarietà alle famiglie delle vittime e ai 700 feriti nell'attacco. Intanto in Italia si sta sviluppando una vasta operazione preventiva antiterrorismo che ha nel mirino gli ambienti dell'integralismo islamico. Oltre cento settanta persone sono state fermate in tutta la penisola, stando a un comunicato ufficiale, per accertamenti volti a stabilire chi deve essere espulso o sottoposto a misure amministrative. Digos, carabinieri, e polizia hanno effettuato circa duecento perquisizioni e decine di controlli durante i quali è stato sequestrato materiale informatico.

"Non basteranno le misure investigative. Se i governi vogliono seriamente prevenire e combattere il terrorismo, invece di attaccare i pacifisti, devono aprirsi all'ascolto della società civile impegnata per la pace, contribuire a rafforzarla, ricercare una forte alleanza con essa" hanno dichiarato Flavio Lotti e Grazia Bellini della Tavola della pace. "Non è teorizzando e alimentando lo scontro di civiltà, pianificando nuove guerre o riducendo la democrazia che possiamo mettere fine a questa barbarie" hanno continuato i due coordinatori nazionali

secondo cui per vincere il terrorismo è necessaria una forte mobilitazione dei cittadini e quindi invitano ad attivarsi e partecipare l'11 settembre alla Marcia Perugia-Assisi contro la miseria, la violenza, la guerra e il terrorismo, per democratizzare e rafforzare l'Onu.

E una lettera di solidarietà indirizzata "ai musulmani e alle musulmane in Italia" è stata inviata da esponenti delle associazioni che componevano il comitato "Fermiamo la Guerra", promotore delle manifestazioni "milionarie" contro la guerra all'Iraq. "Pensiamo che le bombe di Londra colpiscano anche voi" - dicono i firmatari, che si dichiarano "scandalizzati che alcuni giornali definiscano 'islamico' il terrorismo" e propongono una collaborazione con il popolo della pace per evitare lo "scontro di civiltà".La lettera è stata inviata al Centro Cultrale Islamico della Moschea di Roma, all'Unione delle Comunità Islamiche in Italia (UCOII), al Centro islamico Culturale d'Italia, al COREIS e nei prossimi giorni verrà inviata ad altri organismi e a tutte le moschee italiane. Ulteriori adesioni alla "lettera di solidarietà ai musulmani e alle musulmane che vivono in Italia" si raccolgono online.

Come prima risposta è arrivata la lettera di Hamza Roberto Piccardo, portavoce dell'European Muslim Network cerca di rispondere alle grandi questioni aperte. "Ora, dopo anni di guerra atroce e sporchissima, anni in cui Falluja e Guantanamo sono diventati i nuovi simboli della vergogna dell'Occidente e gli attentati di Madrid e di Londra hanno chiarito definitivamente che il riscatto del mondo islamico non può passare per l'emulazione della ferocia, siamo tutti un po' meno liberi e un po' meno sicuri. Mentre il mostro mai sopito del razzismo e dell'intolleranza religiosa riprende fiato, e ad altissimi livelli si dice che gli attentati di Londra sono un attacco contro la cristianità, dobbiamo prepararci a fronteggiare il peggio e a lavorare per il meglio. Nonostante la stanca estiva siamo già in una campagna elettorale che qualcuno pensa non potersi permettere di perdere e che altri cominciano a dubitare di poter vincere. Non è certo questo il clima migliore per un rasserenamento politico e un'azione di prevenzione e di repressione del terrorismo in Italia". Una particolare responsabilità incombe a noi musulmani e musulmane d'Europa (e d'Occidente), quella di sfuggire all'appiattimento, alla paura, all'isolamento. E' necessario invece assumersi in pieno il ruolo di testimoni della nostra religione portatrice di pace e di giustizia, con coerenza, e con una coesione infracomunitaria che darà la misura del nostro impegno e della nostra sincerità". [AT]

Altre fonti: Euronews, Tavola della Pace

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