Bambini soldato: in 21 conflitti, le potenze stanno a guardare

Stampa

"I governi stanno minacciando i passi avanti fatti per porre fine all'uso dei bambini soldato. Lo ha denunciato la coalizione "Stop all'uso dei bambini soldato" presentando oggi a Londra il suo rapporto globale, la rassegna più ampia e completa sulla dimensione del fenomeno su scala mondiale. In quasi tutti i principali conflitti in corso - si legge nel Rapporto - i bambini sono impiegati in combattimento da parte sia delle forze governative che di quelle dell'opposizione. Vengono feriti, sottoposti a efferati abusi e assassinati.

La Coalizione accusa i governi dell'Unione Europea, del G8 e del Consiglio di Sicurezza di mancanza di leadership e chiede l'immediata applicazione di un bando sull'uso dei bambini soldato. "I bambini dovrebbero essere difesi dalla guerra e non costretti ad alimentarla. Invece, intere generazioni vedono i loro bambini portati via da governi e gruppi armati" - ha dichiarato Davide Cavazza, coordinatore della Coalizione italiana "Stop all'uso dei bambini soldato!". "Un mondo che non permetta ai bambini di combattere è possibile, ma i governi devono mostrare la volontà politica e il coraggio per far sì che questo avvenga, rafforzando le norme internazionali".

Il Rapporto globale 2004, esamina le tendenze e gli sviluppi a partire dal 2001 in 196 paesi. Accanto ad alcuni miglioramenti, la situazione è rimasta la stessa se non addirittura peggiorata in molti paesi. La fine della guerra in Afghanistan, Angola e Sierra Leone ha portato alla smobilitazione di 40.000 bambini ma oltre 25.000 sono stati coinvolti solo per quanto riguarda i conflitti della Costa d'Avorio e del Sudan.

Le opportunità per fare passi avanti, come la creazione di un trattato delle Nazioni Unite, il crescente sostegno a tale proposta, l'avvio di programmi di smobilitazione in alcuni paesi e i procedimenti giudiziari nei confronti dei reclutatori, sono attivamente compromesse dall'operato dei governi, che vengono meno agli impegni assunti e mostrano assenza di leadership politica.

Sebbene il Consiglio di Sicurezza abbia condannato l'impiego dei bambini soldato e abbia posto sotto osservazione coloro che li utilizzano, alcuni Stati membri hanno bloccato ogni reale progresso impedendo punizioni concrete per i responsabili. Secondo la Coalizione, il Consiglio di Sicurezza dovrebbe intraprendere un'azione immediata e decisiva per portare i bambini fuori dai conflitti, applicando sanzioni mirate e deferendo i reclutatori al Tribunale penale internazionale.

I gruppi armati, sia i paramilitari filo-governativi che le forze di opposizione, sono i principali colpevoli del reclutamento e dell'uso dei bambini soldato. Dal 2001 decine di gruppi hanno impiegato i bambini soldato in almeno 21 conflitti, costringendoli a combattere, addestrandoli all'uso delle armi e degli esplosivi e sottoponendoli a stupri, violenze e lavori forzati. Ad esempio, le bambine e i bambini delle Forze armate rivoluzionarie di Colombia - il principale gruppo di opposizione armata del paese latinoamericano - sono stati deferiti ai "consigli di guerra" per infrazioni disciplinari e in alcuni casi passati per le armi da loro coetanei, a loro volta costretti a macchiarsi di sangue. Nella zona orientale della Repubblica Democratica del Congo, i gruppi armati hanno compiuto stupri ed altri abusi sessuali contro i bambini e le bambine, costringendoli anche ad assassinare i propri familiari.

La Coalizione afferma che tutti i gruppi armati dovrebbero proteggere i bambini dai conflitti o altrimenti essere costretti a rispondere penalmente del proprio operato. Svariati governi - tra cui quelli di Burundi, Myanmar, Repubblica Democratica del Congo, Stati Uniti d'America e Sudan - hanno mandato bambini sulla linea del fronte in almeno dieci conflitti. Altri governi, come quelli di Colombia, Uganda e Zimbabwe, hanno appoggiato formazioni paramilitari che impiegano bambini soldato. In paesi come Indonesia e Nepal i bambini sono stati usati come informatori, spie o messaggeri. Alcuni governi - tra cui quelli di Burundi, Federazione Russa e Indonesia - hanno arrestato arbitrariamente, torturato e ucciso bambini sospettati di far parte dei gruppi di opposizione armata. Bambini palestinesi arrestati dalle autorità israeliane sono stati torturati o minacciati per costringerli a diventare informatori.

I governi occidentali sono venuti meno all'impegno di proteggere i bambini, fornendo sostegno e addestramento ai governi che usano i bambini soldato, come quelli di Ruanda e Uganda. La Coalizione chiede ai governi di bandire ogni forma di reclutamento di persone al di sotto di 18 anni nelle forze armate e di dare piena attuazione al trattato delle Nazioni Unite sui bambini soldato, giudicato uno strumento utile per ridurre il numero dei bambini nei conflitti. Almeno 60 governi, tra cui quelli di Australia, Austria, Germania, Olanda e Regno Unito, continuano a reclutare legalmente bambini di 16 e 17 anni. [GB]

Ultime su questo tema

Stay Human: la musica che diventa rete, memoria e futuro.

04 Ottobre 2025
Stay Human: la musica che diventa rete, memoria e futuro. Per non dimenticare Vittorio Arrigoni. (Laura Tussi)

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

La strada in salita dell’accordo Bangkok-Phnom Penh

02 Agosto 2025
I due eserciti dovrebbero ritirarsi sulle posizioni iniziali e aprire un tavolo di trattativa. (Atlante delle guerre e dei conflitti del Mondo)

Da inizio Legislatura approvati nuovi programmi militari per 42 miliardi

01 Agosto 2025
Dal Parlamento il via libera all’avvio di spese militari dal valore complessivo di oltre 42 miliardi e impegni finanziari pluriennali per 15 miliardi, con impegni annuali superiori al miliardo...

Video

Conflict Diamonds in Sierra Leone