Aria di guerra tra Sahara Occidentale e Marocco

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Foto: Unsplash.com

Dopo anni di cessate il fuoco, il ritorno alle armi. Questa mattina l’esercito marocchino è penetrato nella zona cuscinetto di Guerguerat per interrompere il blocco al traffico che da tre settimane è stato imposto dai manifestanti saharawi.

Secondo l’agenzia di stampa saharawi Wesa Times gli scontri non hanno provocato vittime, sono durati circa 35 minuti e sono per il momento interrotti. La situazione rischia però di peggiorare velocemente. Pare infatti che l’esercito saharawi abbia ordinato di inviare più rinforzi e attrezzature pesanti, mentre le unità dell’Esercito di Liberazione si stiano mobilitando per intervenire in qualsiasi momento. Secondo una fonte del ministero della Difesa saharawi, riportato da Wesa Times, le unità di difesa aerea, i corpi di fanteria e le unità di ingegneria del primo e del settimo lato militare sono stati messi in allerta, in attesa di quanto potrebbe accadere nelle prossime ore.

Gli scontri costituiscono una violazione del cessate il fuoco concordato nel 1991. Il Fronte Polisario ha dichiarato in un comunicato uscito questa mattina e che riportiamo al termine dell’articolo: “L’operazione, considerata una flagrante violazione dell’accordo, costituisce un attacco diretto contro il popolo saharawi e pone quest’ultimo e il suo movimento di liberazione nazionale, il Fronte Polisario, nella posizione di legittima difesa della sovranità e dell’integrità territoriale del Rasd”.

“Il Fronte Polisario e il Governo Saharawi – si legge-  ritengono il Regno del Marocco pienamente responsabile di tutte le pericolose conseguenze di questo attacco alla sicurezza e stabilità della regione, e del futuro dell’Accordo di Pace che da anni è bloccato a causa del mancato rispetto del referendum sull’autodeterminazione, che è l’unico patto e accordo firmato tra le parti sotto la doppia supervisione delle Nazioni Unite e dell’Unione Africana”.

La scheda conflitto sul Sahara Occidentale

Da parte sua il ministero degli Affari esteri marocchino ha rilasciato una dichiarazione, riportata da El Pais, in cui afferma di non avere altra alternativa che “assumersi le proprie responsabilità” per ripristinare la libera circolazione civile e commerciale e accusa l’organizzazione saharawi di aver commesso atti di “banditismo” e di aver “molestato continuamente gli osservatori della Minurso”.

Il ministero degli Esteri ha poi dichiarato che Rabat aveva regolarmente informato il segretario generale dell’Onu, António Guterres e che aveva dato tutto il tempo necessario per far uscire il Polisario dalla zona di Guerguerat. Il Marocco quindi ritiene di aver agito “in perfetto accordo con il diritto internazionale” e aggiunge che “Il Polisario si assume, da solo, l’intera responsabilità e tutte le conseguenze”.

Nei giorni scorsi l’Unione Africana aveva richiamato le parti alla calma. Il presidente Cyril Ramaphosa, aveva chiesto un “ritorno ai negoziati” dalle parti e il rispetto dei termini del piano di insediamento tra Unione Africana e Nazioni Unite, che include sia un cessate il fuoco che un referendum sull’autodeterminazione per il popolo saharawi.

Il valico di frontiera di Guerguerat che separa la Mauritania dalle aree occupate dal Marocco nel Sahara occidentale rappresenta una rotta commerciale strategica, perché l’unica via di accesso commerciale tra Marocco e Mauritania. Il 21 ottobre 2020, in segno di protesta, la breccia di El Guergueret è stata chiusa al traffico, in entrambe le direzioni, dagli attivisti della società civile saharawi...

L'artico di Alice Pistolesi segue su Atlanteguerre.it

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