Afghanistan: Amnesty, paesi Nato complici della tortura

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Amnesty International accusa l'Isaf, la missione internazionale a guida Nato in Afghanistan, di "esporre i detenuti al concreto rischio di subire maltrattamenti e torture a opera delle autorità afgane". Un rapporto diffuso oggi documenta come le forze Isaf, soprattutto quelle di Belgio, Canada, Norvegia, Olanda e Regno Unito, abbiano trasferito detenuti alla Direzione nazionale della sicurezza (Nds, i servizi di sicurezza afgani), nonostante questo organismo sia al centro di costanti denunce di tortura. "Gli Stati che fanno parte dell'Isaf sono vincolati a rispettare l'obbligo internazionale di non trasferire detenuti alle autorità afgane se questi fossero a rischio di subire maltrattamenti e torture" - ha dichiarato Claudio Cordone, direttore della Ricerca del Segretariato Internazionale di Amnesty International. "Questi trasferimenti dovrebbero essere sospesi fino a quando non saranno state adottate precise garanzie".

Le Nazioni Unite hanno espresso più volte la propria preoccupazione per l'operato dell'Nds, da ultimo a settembre, quando hanno chiesto indagini su casi di maltrattamenti e torture. Negli ultimi due anni, Amnesty International ha ricevuto denunce relative a tali violazioni dei diritti umani, commesse dal personale dell'Nds nei confronti dei detenuti, presi a frustate, sottoposti a freddo estremo e privati del cibo.

Il rapporto di Amnesty International descrive le vicende di detenuti che hanno denunciato di essere stati torturati dopo che le forze canadesi li avevano trasferiti a quelle afgane, la perdita delle tracce di detenuti trasferiti dalle forze belghe e norvegesi e le difficoltà incontrate da Olanda e Regno Unito nel garantire un monitoraggio indipendente sulle condizioni dei detenuti trasferiti dalle proprie forze a quelle di Kabul. Il rapporto, inoltre, esamina il Memorandum d'intesa e altri accordi bilaterali tra il governo afgano e le forze Isaf, comprese quelle di Canada, Danimarca, Norvegia e Regno Unito. "L'obbligo in capo agli Stati che fanno parte dell'Isaf, di proteggere le persone da trasferimenti del genere, non può essere evaso affidandosi ad accordi bilaterali" - ha proseguito Cordone. "Questi accordi, che dovrebbero assicurare ai detenuti un trattamento in linea con gli standard internazionali, hanno dimostrato di essere inadeguati".

Il rapporto di Amnesty International si conclude con una serie di raccomandazioni:
- i paesi le cui forze fanno parte dell'Isaf dovrebbero sospendere temporaneamente tutti i trasferimenti alle autorità afgane, mantenendo i detenuti sotto la propria custodia fino a quando non verranno adottate garanzie efficaci;
- i paesi che contribuiscono all'Isaf dovrebbero promuovere la riforma del sistema penitenziario afgano e verificare la possibilità di inserire personale internazionale nei centri detenzione del paese con funzioni di controllo e di addestramento per il personale locale;
- il governo afgano dovrebbe pubblicare il testo, finora segreto, del decreto presidenziale che descrive le competenze dell'Nds e prendere misure per separare le sue attuali funzioni di detenzione, interrogatorio e pubblica accusa;
- il governo afgano dovrebbe ratificare il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e invitare il Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura a visitare il paese e i centri di detenzione sotto il controllo dell'Nds;
- gli osservatori indipendenti dovrebbero avere accesso illimitato e privo di ostacoli ai centri di detenzione e poter incontrare tutti i prigionieri senza la presenza di personale carcerario.

Sui fatti sollevati dal rapporto di Amnesty, Homayun Hamidzada, portavoce del presidente Hamid Karzai, ha assicurato che "il governo indagherà e, se le accuse risulteranno fondate, agirà di conseguenza per ristabilire la giustizia" -riporta l'agenzia Agi. La scorsa settimana, in conferenza stampa, il presidente afghano aveva assicurato che nelle prigioni afghane "persino i terroristi" sono trattati umanamente.

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