Uganda: scaduto l'armistizio, timori per ripresa ostilità

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Oggi, 28 febbraio, scade l'armistizio firmato nell'agosto 2006 tra il governo ugandese e il movimento ribelle del LRA (Lord's Resistance Army) e il LRA non sembra intenzionato a prolungare l'accordo. Nei giorni scorsi ribelli del LRA hanno abbandonato i due centri di raccolta in Sud Sudan dove si erano radunati in base all'accordo di pace firmato nei mesi scorsi. Il loro portavoce Godfrey Ayoo, parlando da Nairobi, ha detto che i miliziani non intendono riprendere i negoziati a Juba, la capitale del Sud Sudan, dove le autorità locali avevano svolto un ruolo di mediazione tra gli stessi ribelli e il governo dell'Uganda. "Ci siamo ritirati dal campo di Ri-Kwangba per motivi di sicurezza" - ha detto Ayoo, aggiungendo che i miliziani dello LRA sono tornati nella foresta della Repubblica democratica del Congo, dove si erano insediati un anno fa dopo un ventennio di scorribande in Nord Uganda.

Dopo quasi 20 anni dall'inizio del terribile conflitto in Nord Uganda - con oltre 100mila vittime quasi tutte civili che ha costretto oltre 1,5 milioni di persone nei campi profughi - nell'agosto scorso era stato firmato un accordo per la cessazione delle ostilità tra il Governo Ugandese e la Lord Resistance Army. Il governo di Kampala ha chiesto al LRA di "rinnovare l'accordo di cessazione delle ostilità per il bene degli sfollati interni", ma i segnali sono contrastanti - riporta l'agenzia Misna. "Il governo spera ancora che la delegazione del LRA torni alla sede dei negoziati a Juba, in Sud Sudan. L'unica via possibile è intraprendere il dialogo" - ha detto il ministro degli Esteri Henry Oryem.

Il vice-comandante del LRA Vincent Otti - contattato da fonti di stampa internazionale - ha invece ribadito il rifiuto di "rinnovare la tregua", precisando che tuttavia l'LRA non intende riprendere le ostilità se non per difesa, e ha minacciato di inviare i propri "uomini a Kampala per ostacolare la conferenza" del Commonwealth prevista a fine novembre se "i negoziati di pace si areneranno e se il presidente ugandese Yoweri Museveni continuerà a dire che ci ha sconfitti e che ci tratta da terroristi". Ieri, nel corso di una conferenza stampa, Museveni aveva detto: "Li abbiamo sconfitti ed è per questo che sono fuggiti nella Repubblica democratica del Congo. Se tuttavia i ribelli tenteranno di tornare in Uganda, ci occuperemo di loro⅀ Ci sarà la pace con o senza i negoziati di pace perché sono buoni solo per i terroristi che vogliono un atterraggio morbido".

Di fronte alla tragica prospettiva di una ripresa delle ostilità, l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) accusa l'Unione Europea: "nonostante i molteplici appelli da parte delle organizzazioni per i diritti umani ugandesi e internazionali e di diverse congregazioni ecclesiastiche, l'UE non solo ha mostrato scarsissimo interesse per il destino di decina di migliaia di bambini nordugandesi terrorizzati e a rischio costante di finire loro malgrado nelle fila dei bambini soldato, ma non si è nemmeno impegnata molto a sostegno dell'intero processo di pace" - afferma il comunicato di APM. "nessun ministro degli esteri europeo ha trovato in tutti questi mesi il tempo per recarsi in Uganda a segnalare l'interesse dell'Europa e a sostenere almeno simbolicamente il processo di pace. Già da tempo l'Unicef e collaboratori dell'Onu continuano a sottolineare la gravità della situazione per i bambini dell'Uganda del Nord, dove il LRA ha finora rapito almeno 20.000 bambini costringendoli a imbracciare un fucile e a uccidere e sottoponendoli alle più gravi forme di abuso.

Anche Save the Children sollecita l'intervento della comunità internazionale: "Se non si cercherà di prorogare l'accordo di cessazione delle ostilità, più di un milione di bambini del Nord dell'Uganda si ritroveranno a vivere nuovamente nel terrore e nella violenza di un conflitto". "Se il conflitto dovesse riprendere, i bambini saranno nuovamente le principali vittime, rischiando di essere uccisi, rapiti e mutilati. Oltre l'80% delle truppe del Lord's Resistance Army è costituito da bambini, di cui 1.500 tuttora nelle mani dei gruppi combattenti, mentre si sono perse le tracce di altri 10.000 ex bambini soldato" -aggiunge Save the Children.

Mons. John Baptist Odama, Arcivescovo di Gulu (nel nord Uganda) impegnato con gli altri capi religiosi Acholi (l'etnia della regione) in un'opera di mediazione per riavviare il dialogo tra il governo di Kampala e i guerriglieri del LRA si è detto però "fiducioso sul fatto che le due parti sono ancora disponibili a continuare i colloqui di pace". "Possiamo ancora salvare la pace con l'aiuto della comunità internazionale" - ha detto il presule all'agenzia Fides. Qualche settimana fa lo stesso Arcivescovo di Gulu sollecitò un intervento deciso delle Nazioni Unite per rilanciare il negoziato. [GB]

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