Save the Children: norme più severe per le violenze sui minori

Stampa

"La violenza ai danni dei minori è una emergenza globale che riguarda indistintamente qualsiasi strato sociale e ogni paese del mondo, comprese le nazioni ricche che si dicono democratiche e tollerano abusi nelle mura domestiche come l'Italia": è quanto emerge dal seminario 'La violenza sui bambini e le bambine' promosso oggi a Roma da Save the Children in collaborazione con la Commissione Parlamentare per l'Infanzia. L'associazione chiede "un Garante nazionale per l'infanzia e norme più severe per prevenire ed eliminare le violenze sui minori, che si consumano soprattutto in famiglia, a scuola, negli ambienti di lavoro, ma anche un protocollo vincolante per le audizioni dei minori, in modo da evitare le difficoltà incontrate nelle indagini sull'asilo di Rignano Flaminio". "Per quanto riguarda l'Italia, auspichiamo che si proceda quanto prima all'istituzione di un Garante Nazionale dell'infanzia e che all'interno dell'imminente piano nazionale infanzia siano previste chiare misure per contrastare ed eliminare la violenza a danno dei minori" - ha detto Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia.

Relatore principale dell'incontro di Roma è stato Paulo Sérgio Pinheiro, l'esperto indipendente che ha curato lo studio dell'Onu sulla violenza nei confronti dei minori. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite sono milioni i bambini nel mondo vittime di violenza e la gran parte dei minori non gode di adeguata protezione e tutela giuridica: 78 paesi ancora ammettono la punizione corporale di minori nell'ambito di provvedimenti disciplinari mentre ben 106 nazioni non vietano attraverso una legge specifica le punizioni corporali a scuola. Tra le forme di violenza spiccano abusi sessuali, tortura, lavoro coatto, sfruttamento sessuale, pratiche tradizionali pregiudizievoli della salute (per esempio le mutilazioni sessuali), matrimoni precoci, stupro, omicidio, gravi atti di bullismo, oltre appunto alle punizioni fisiche. La famiglia, il posto di lavoro, la comunità di appartenenza sono i luoghi in cui solitamente si consuma, ad opera principalmente di persone che fanno parte della vita dei bambini: genitori, compagni di scuola, insegnanti, datori di lavoro, fidanzati e fidanzate.

Il Rapporto dell'Onu stima che ogni anno 275 milioni di bambini assistano a episodi di violenza e maltrattamenti all'interno delle mura di casa, con conseguenze psicologiche devastanti che possono segnarli per un'intera vita. In Italia raggiungerebbero la cifra di 1 milione i minori che sperimentano questa forma di violenza "assistita". Ma in famiglia si consumano anche abusi e violenze sessuali: da studi condotti in 21 paesi industrializzati circa il 36% delle donne e il 29% degli uomini dichiarano di averne subiti durante l'infanzia. In alcuni paesi, soprattutto in via di sviluppo, bambini e bambine possono invece essere vittime, ad opera di familiari, di violenze legate a pratiche tradizionali dannose, come la mutilazione dei genitali per le bambine, le fasciature immobilizzanti, marchiature, riti di iniziazione violenti, costrizioni ad ingrassare, matrimoni precoci, violenze legate alla dote, esorcismi pericolosi e violenti.

Su circa 218 milioni di bambini lavoratori, 126 milioni sono coinvolti in attività lavorative rischiose e dunque violente, sottolinea lo Studio delle Nazioni Unite sulla Violenza nei confronti dei Minori. In particolare 5,7 milioni di bambini vengono forzati al lavoro per estinguere un debito (bonded labour), 1,8 milioni sono coinvolti nel giro della prostituzione e della pornografia, circa 1,2 milioni vittime del traffico di minori. Molti altri ragazzi in età lavorativa subiscono ogni giorno violenze sul posto di lavoro, commesse per lo più dai loro datori di lavoro o colleghi. In Italia alcune ricerche stimano fra i 450 e i 500 mila di età compresa fra i 10 e i 14 anni i minori vittime di sfruttamento economico e costretti a lavorare precocemente, all'inizio in attività o imprese di famiglia per poi passare a lavori più pesanti alle dipendenze di parenti o conoscenti. Molto difficile quantificare invece il numero di minori vittime nel nostro paese di gravi forme di sfruttamento sessuale, fino alla riduzione in schiavitù, come la tratta.

La scuola, la strada, ma anche la comunità virtuale di internet sono alcuni dei luoghi dove i bambini vivono, si incontrano, socializzano, crescono. In ognuno di questi luoghi, tuttavia, possono correre il rischio di subire violenze. Per i minori che vivono o lavorano in strada il rischio di violenza è legato, prevalentemente, alla rivalità tra bande o alla pesante repressione delle forze dell'ordine e può essere alimentata dal consumo di droghe e di alcol e dal possesso di armi: nel 2002 sono stati 53.000 i bambini assassinati, fra gli 0 e i 17 anni.

Ma oltre alla strada anche la scuola può rivelarsi un luogo a rischio e dove la violenza sia addirittura autorizzata e considerata "educativa": oltre 1 miliardo 250 mila bambini vivono in paesi dove le punizioni fisiche da parte degli insegnanti sono legali. A scuola un bambino può trovarsi a sperimentare anche violenze e intimidazioni da coetanei: secondo una ricerca condotta in 16 Paesi in via di sviluppo, la percentuale di bambini in età scolare che afferma di essere stata vittima a scuola di atti verbali o fisici di bullismo nei 30 giorni precedenti la ricerca varia dal 20% al 65%. E fenomeni di bullismo sono in crescita anche su Internet dal momento che l'anonimato garantito dal web consente ai molestatori di agire restando impuniti. In allarmante crescita anche il fenomeno della pedo-pornografia online e attraverso i telefonini di nuova generazione che permettono lo scambio di immagini o video.

"Di fronte a questo scenario - ha concluso il Direttore Generale di Save the Children Italia - "auspichiamo alcuni provvedimenti urgenti e decisivi da parte dei Governi, come la nomina di un Rappresentante Speciale delle Nazioni Unite che guidi un'azione globale per fermare le violenze contro i bambini, e la messa al bando di tutte le forme di violenza ai danni di minori in qualsiasi nazione si verifichino". [GB]

Ultime su questo tema

A Luanda un tavolo per la pace in Congo: è miraggio di giustizia?

17 Marzo 2025
Domani avvio delle trattative tra il governo di Kinshasa e la milizia M23 (Miriam Rossi)

La guerra dei soldati

21 Giugno 2023
La guerra in Ucraina è al centro del racconto mediatico da oltre un anno, poco o nulla è riservato alle altre 58 guerre in corso. Poco o nulla ci viene raccontato dell’esperienza terrificante del c...

In Bielorussia campi di addestramento militare per bambini

09 Marzo 2023
Si prepara un nuovo fronte di guerra su pressione della Russia. Nonviolenti bielorussi e italiani contro la militarizzazione dei bambini. (Movimento Nonviolento)

Insieme per fare informazione. In nome di un mondo migliore

15 Aprile 2021
Da oggi Raffaele Crocco è il nuovo direttore di Unimondo. Resta anche direttore responsabile dell’Atlante. Due progetti che si affiancano con l’idea di diventare un migliore strumento di informazione.

La schiavitù non è mai finita

18 Aprile 2018
I trafficanti di uomini (di donne e di bambini) sono dentro le nostre città europee (Lia Curcio)

Video

Unicef: Bambini soldato, il ritorno alla vita civile