Malnutrizione: Msf critica l'approccio obsoleto del 'Lancet'

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Operatrice di Msf

Dura e documentata critica di Medici Senza Frontiere (Msf) alla serie di articoli sulla malnutrizione pubblicata sull'ultimo numero della rivista 'The Lancet' che "mina il sostegno all'utilizzo degli alimenti terapeutici pronti all'uso per combattere la malnutrizione infantile". Il nuovo numero della prestigiosa rivista medica Lancet ospita una serie di articoli sulla sottoalimentazione nelle madri e nei bambini che - giustamente secondo MSF - sottolineano come "la nutrizione sia un aspetto disperatamente trascurato per quanto riguarda la salute materno-neonatale e infantile". Purtroppo però - riporta un comunicato di Msf - "l'analisi presentata sembra molto debole e le raccomandazioni obsolete e si rischia in questo modo di minare gli sforzi in corso per promuovere alcuni cambiamenti urgentemente necessari".

 

Dossier di MSF: "Il cibo non basta"
(in italiano in.pdf e in inglese) per promuovere l'utilizzo di alimenti terapeutici pronti all'uso (Rutf) per combattere la malnutrizione infantile

Secondo MSF la serie di articoli pubblicati da 'The Lancet' non appoggia il nuovo approccio - recentemente promosso anche da Unicef, Oms e Pam - alla cura della malnutrizione severa e acuta basato su cure domiciliari e a livello di comunità con gli "alimenti terapeutici pronti all'uso" (Rutf) e, soprattutto, gli articoli sono centrati "sull'approccio basato sul ricovero ospedaliero dei pazienti malnutriti in un'era in cui i ministri della Salute, le agenzie dell'Onu e le Ong si stanno attivamente spostando verso una strategia di cura domiciliare e a livello di comunità con somministrazione di Rutf che ha dato prova di essere efficacissima". Solo i casi più complicati sono ora curati in ospedale - sottolinea Msf che nel solo 2006 ha assistito più di 150mila bambini in 99 programmi e ha ha documentato "l'impatto rivoluzionario" di alimenti terapeutici pronti all'uso (Ready to use therapeutic food - Rutf) nella cura dei bambini malnutriti.

Secondo la ricerca de 'The Lancet' sono circa 3,5 milioni l'anno i bimbi morti che muoiono di fame nel mondo (oltre un terzo dei 10 milioni di bimbi sotto i 5 anni che muoiono annualmente), ma "è incalcolabile e molto più alto il numero di quelli che sopravvivono con danni irreversibili perché non si è intervenuti in tempo, nei primi due anni di vita per far ripartire la loro normale crescita corporea". A soffrire di malnutrizione nel mondo sono 178 milioni di piccoli sotto i 5 anni ovvero il 32% di tutti i bambini di questa età, ha riferito all'Ansa uno degli autori degli articoli del 'The Lancet', Robert Black della Johns Hopkins School of Public Health, Baltimora. Il problema si annida più ostile in una ventina di paesi, dove si concentra l'80% dei bimbi malnutriti: Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Kenia, Madagascar, Nigeria, Sud Africa, Sudan, Uganda, Tanzania, Egitto, Yemen, Afghanistan, Bangladesh, India, Myanmar, Nepal, Pakistan, Indonesia, Filippine, Vietnam.

"Il trattamento ambulatoriale su larga scala della malnutrizione severa acuta viene attuato con successo - con il supporto dei partner e dei donatori - dai ministeri della Salute in Etiopia, in Malawi e in Niger" - evidenzia Msf. Eppure, nonostante le Nazioni Unite raccomandino di applicare strategie di trattamento a base di cibi terapeutici pronti all'uso, solo il 3% dei bambini affetti da malnutrizione grave ha oggi accesso a questi cibi salvavita. Msf denuncia che "non appoggiando con forza la cura a base di alimenti terapeutici pronti all'uso e il trattamento a livello di comunità, la serie di articoli pubblicati su 'The Lancet' mina il supporto a questo tipo di interventi salvavita".

"Forse questo approccio 'conservatore' del 'The Lancet' - conclude Msf - è basato sul fatto che le nuove e più efficaci strategie basate sull'impiego dei cibi terapeutici pronti all'uso sarebbero più costose e richiederebbero finanziamenti internazionali per l'acquisto di questi prodotti che spesso sono disponibili a livello locale". [GB]

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