Infanzia: priorità educazione, sanità ed emergenze dimenticate

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Il 20 novembre, 16° anniversario dall'approvazione della Convenzione sui diritti dei bambini e "Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza", UNICEF Italia lancia una campagna incentrata sui "bambini invisibili", vittime di emergenze dimenticate. "Il mondo - ha detto il Presidente dell'UNICEF Italia Antonio Sclavi - è pieno di bambini invisibili, vittime di emergenze dimenticate. Si stima che siano almeno 50 milioni i piccoli che non vengono neppure registrati all'anagrafe, oltre 100 milioni i bambini che non hanno mai visto un'aula scolastica, centinaia di migliaia le vittime di catastrofi naturali o guerre che non hanno la paradossale fortuna di finire sotto i riflettori dei media. L'invisibilità non è una condizione eccezionale, è la norma per troppi drammi che riguardano l'infanzia".

"Noi dell'UNICEF - ha ricordato il Presidente dell'UNICEF Italia - abbiamo concentrato il nostro impegno proprio sui bambini invisibili, sulle quotidiane, silenziose emergenze dimenticate. Abbiamo scelto di vederli: prima, durante e dopo le emergenze, in ogni parte del mondo con un impegno quotidiano a investire in programmi a lungo termine. E' questa la vera chiave per non rassegnarsi ad accettare un futuro segnato dall'invisibilità". Per ricordare questa giornata, l'UNICEF Italia promuove una serie di iniziative nazionali mentre centinaia di volontari dei Comitati regionali e provinciali dell'UNICEF sono mobilitati in tutta Italia con iniziative e manifestazioni locali.

Alla vigilia della Giornata intenrazionale dell'Infanzia, Save the Children chiede educazione e sanità gratis per tutti i bambini. "L'accesso gratuito all'istruzione primaria e l'abolizione dei costi per prestazioni sanitarie sono alcuni dei provvedimenti più urgenti e necessari per interrompere il circuito di povertà e di emarginazione in cui vivono milioni di bambini e bambine nel mondo e per ridurre la mortalità infantile": su 650 milioni di bambini nell'età della scuola elementare nel mondo, 103 milioni non frequentano la scuola. I 3/4 di essi vivono nell'Africa sub-sahariana, nell'Asia meridionale ed occidentale. La maggior parte dei minori non iscritti alla scuola primaria sono bambine: circa 58 milioni" - riporta l'organizzazione internazionale indipendente per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini. Save the Children stima che, se le tasse scolastiche fossero abolite in 13 stati sub-sahariani, oltre 4.5 milioni di bambini potrebbero iscriversi subito alle elementari. In Liberia, per esempio, mandare un bambino a scuola costa metà dello stipendio medio pro capite che è di circa 92 euro. Ciò significa che una famiglia con due figli dovrebbe spendere l'intero salario di un anno per garantire loro un'istruzione. "L'abolizione delle tasse scolastiche è uno dei provvedimenti più urgenti se vogliamo raggiungere uno degli obiettivi del millennio. Garantire cioè a tutti i bambine e le bambine che ne sono esclusi l'accesso all'istruzione primaria entro il 2015" - spiega Filippo Ungaro, portavoce di Save the Children Italia.

Intanto ieri, l'Associazione per i popoli minacciati (APM) con una manifestazione a Bolzano ha posto all'attenzione la situazione dei bambini nelle regioni del Nord Uganda coinvolti nella guerra civile: solo dal gennaio 2005 sono morti 19.000 bambini. "Bisogna far pressione sul Governo dell'Uganda perché, nell'interesse dei bambini, arrivi ad una soluzione di pace credibile" - sottolinea APM che ha chiesto al Comitato ONU per i diritti dell'infanzia, rimasto in sessione a Ginevra fino a fine settembre, di condannare l'Uganda in quanto rifiuta ogni protezione alle giovani vittime della guerra civile violando così la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia. "Nel rapporto presentato dal governo ugandese sulla situazione dei bambini nello stato dell'Africa orientale la drammatica situazione dei bambini viene irresponsabilmente ridimensionata. In nessun modo si parla della sorte di oltre 40.000 bambini che ogni notte devono percorrere molti chilometri a piedi per cercare nelle città riparo dalle aggressioni. Inoltre non si menziona che le forze regolari reclutano sistematicamente bambini soldato, che prima erano già stati costretti a combattere nelle fila dei ribelli del Lord's Resistance Army (LRA, Esercito di Resistenza del Signore) e che erano riusciti a scappare". Secondo l'UNICEF questo conflitto, tra la guerra civile e le malattie, fa circa 1000 morti alla settimana, tra cui centinaia di bambini. Almeno il 23% dei bambini in età scolastica non hanno nessuna possibilità di frequentare una scuola, in quanto sono costretti dall'esercito a lasciare i propri villaggi ma nei campi profughi non viene garantito un sistema scolastico adeguato. Più del 90% della popolazione civile nel Nord Uganda è attualmente in fuga.

E sempre ieri, Telefono Azzurro in collaborazione con l'istituto Eurispes ha presentato il 6° Rapporto Nazionale sulla Condizione dell'Infanzia e dell'Adolescenza. Il rapporto pone l'attenzione sui fattori sociali, culturali ed educativi che concorrono alla definizione di contesti di disagio, abuso e maltrattamento ma con l'obiettivo inedito, nell'edizione di quest'anno, di esplorare nuovi scenari che configurano vere e proprie situazioni emergenziali. [GB]

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