Un ponte per: in guerra persi due amici

Stampa

Dal comunicato di Un Ponte per... "Questa guerra ci ha portato via due amici".

Uno si chiamava Gharib, era un iracheno di origine palestinese, gioviale e generoso, sempre pronto ad essere lì dove la guerra colpiva per tentare di salvare qualcuno. Andava e veniva da Falluja, durante l'assedio statunitense, per portare i feriti negli ospedali.
Ora si stava dedicando alle vittime di Najaf. Gharib è una delle tante vittime irachene di questa guerra, vittime di solito senza nome né volto.

L'altro amico di chiamava Enzo, era con Gharib quando quest?ultimo è stato ucciso, forse tentando di difenderlo.
Abbiamo conosciuto Enzo a Baghdad, era passato più volte nel nostro ufficio prima di partire per Najaf.
Enzo non era solo un giornalista. Era apertamente contrario alla guerra e alla partecipazione italiana alla occupazione dell'Iraq. Voleva sapere di più di quanto di solito si dice di questa guerra, e voleva raccontarlo.

Enzo e Gharib non sono vittime solo dei terroristi, ma di una guerra che non volevano.

Ci uniamo oggi al dolore delle loro famiglie.

I volontari e gli operatori di Un ponte per...

Ultime su questo tema

I gazawi stanno morendo per noi

02 Ottobre 2025
Si testa la tenuta dell’impunità concessa ai massacratori. Si trovano le strade per ridurre al silenzio la democrazia. (Raffaele Crocco)

Dossier - Riconoscere la Palestina: perché il mondo sta cambiando posizione

01 Ottobre 2025
Nell’estate-autunno 2025 alcuni tra i più rilevanti Paesi occidentali hanno deciso di riconoscere lo Stato di Palestina. (Giacomo Cioni)

Attacco alla Global Sumud Flotilla: droni, bombe sonore e spray urticanti in acque internazionali

24 Settembre 2025
La Global Sumud Flotilla, missione umanitaria internazionale diretta a Gaza, è stata oggetto di una serie di attacchi. (Giacomo Cioni)

Blocchiamo tutto!

22 Settembre 2025
Con lo sciopero generale di oggi, al quale come testata aderiamo, l'Italia intera si ferma per Gaza.

La scheggia impazzita di Israele

12 Settembre 2025
Tel Aviv colpisce, implacabile, quando e come gli pare, nella certezza dell’impunità interna e internazionale. (Raffaele Crocco)

Video

Ruanda, 14 anni dopo: mai più un genocidio