Territori occupati: muro ed olio d'oliva

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Un gruppo di avvocati israeliani che si batte per la difesa dei diritti umani nel proprio Paese ha citato a giudizio il proprio governo per la costruzione del muro divisorio nella West Bank. "Il progetto non può essere condotto all'interno di un territorio occupato senza violare la legge internazionale" - ha affermato Michael Sfard, tra gli avvocati israeliani che hanno deciso di combattere la costruzione del muro - davanti alla Corte Suprema israeliana.

La citazione del Governo israeliano arriva due settimane prima della pronuncia alla quale è chiamata la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja proprio in merito alla costruzione del muro nella West Bank.

"Le corti israeliane hanno una lunga tradizione di legittimazione delle politiche del governo contro i palestinesi" - afferma Safard - "ciononostante negli ultimi anni è da notare una sempre maggiore influenza del diritto internazionale anche sulle dinamiche interne del sistema giudiziario israeliano. Ci auguriamo questo avvenga sempre più spesso". Il caso è senza precedenti perché, anche in vista della sentenza de L'Aia, attento è il monitoraggio internazionale sulla vicenda.

Intanto il World Food Programm dell'Onu (WFP) ha reso noto di aver acquistato olio d'oliva da 2.600 agricoltori palestinesi per un valore di 1,3 milioni di dollari. L'olio verrà poi distribuito ai beneficiari dei programmi del WFP. "Molti agricoltori palestinesi dipendono ampiamente dalla produzione dell'olio di oliva per la loro sopravvivenza - ha detto Jean-Luc Siblot, direttore dell'ufficio del WFP nei Territori Occupati - comperando l'olio direttamente dagli agricoltori, riusciamo a sostenere i più vulnerabili nei Territori Palestinesi aiutando, nello stesso tempo, l'economia della Cisgiordania". [DS]

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