RdCongo: i ribelli lasciano Bukavu per la Monuc

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Due caschi blu sudafricani sono stati uccisi durante un attacco lanciato da un gruppo di uomini armati a Goma, nell'est della Repubblica Democratica del Congo. Altri nove militari della missione Onu (Monuc) sono stati feriti. Secondo il portavoce delle Nazioni Unite l'attacco non è collegato con le violenze scoppiate la settimana scorsa a Bukavu e la popolazione locale lo attribuisce agli Interahamwe, le milizie di estremisti hutu fuggiti dal Ruanda dopo il genocidio del 1994. Lo scorso 2 giugno le truppe dei ribelli avevano occupata la capitale del sud-Kivu, vicina al confine con il Rwanda, ma secondo fonti di agenzie internazionali hanno gia lasciato la città consentendo alla gente di ritornare alle normali attività. La crisi di Bukavu è legata nell'immediato alla "territoriale", la nomina fatta il 16 maggio dalle autorità di Kinshasa dei governatori e vice-governatori, per riunificare il Paese dal punto di vista amministrativo e ristabilire l'autorità dello Stato su tutto il Paese. Nel Sud-Kivu, sono stati nominati, e si preparavano ad assumere le loro funzioni, un ex-diplomatico, presentato dall'opposizione politica, Bulaimu, e il suo vice, Didace Kaningini, proveniente dalla Società civile di Bukavu. L'ala dura dell'antica ribellione filorwandese del Rcd/Goma ha voluto impadronirsi della città per mantenervi autorità di loro gradimento. Intanto gli operatori del Coopi sono raggruppati a Kinshasa in attesa di verificare la capacità dell'esercito congolese di tenere sotto controllo gli scontri.

Una rete di associazioni della società civile afferma che quella che viene presentata come un'insurrezione del comandante Mutebutsi a Bukavu non è che l'inizio di una grande offensiva della nuova ribellione che si chiama "Fronte per la liberazione dell'Est del Congo" (FLEC). "Le autorità di Kinshasa notano che le incursioni militari rwandesi nell'Est della RDCongo succedono sempre in concomitanza con tappe importanti del processo politico nato dall'Accordo di Sun City". Il Centro di Lotta contro l'impunità e l'ingiustizia in Rwanda in un lungo comunicato "denuncia e condanna i preparativi del presidente rwandese, gen. Paul Kagame, per lanciare la terza guerra di colonizzazione della RDCongo - dalla fine delle elezioni fraudolente e antidemocratiche organizzate e vinte dalla Giunta militare tra agosto e ottobre 2003, il presidente rwandese Paul Kagame si dà da fare per ricostituire le sue forze per riconquistare militarmente la RDCongo". Secondo il Centro è chiaro che l'eventuale instaurazione delle istituzioni democratiche in RDCongo priverebbe la giunta militare di Paul Kagame dei milioni di dollari che provengono dal saccheggio sistematico delle risorse naturali della RDCongo". Secondo Warnews è innegabile che il RCD-Goma mantenga ancora rapporti stretti con il Rwanda, e per questo è possibile che Kigali abbia avuto un ruolo attivo nell'operazione.

Gli studenti di Kinshasa provenienti dell'Est del Paese si sono recati il 31 maggio alla sede del parlamento. Ricevuti dal Presidente dell'Assemblea nazionale, gli hanno consegnato un documento di tre pagine in cui accusano il Governo e del Parlamento di passività di fronte a ciò che accade ad Est, e la Monuc di alternare impegno a passività. Kamitatu ha dichiarato che "è intollerabile che in questa Transizione si ricorra ancora alla violenza". Gli studenti hanno depositato il documento anche presso la Monuc. All'annuncio il 2 giugno della presa della città di Bukavu, centinaia di Congolesi sono scesi in strada per protestare contro l'inazione della Monuc e contro l'occupazione della città da parte delle forze rwandesi. Il Presidente Kabila si dichiara "deluso per l'inazione e la mancanza di solidarietà della comunità internazionale e dell'ONU" e si prepara a difendere il paese compreso il Nord e il Sud-Kivu. La Francia ha condannato la presa della città e ha richiamato la Monuc a far rispettare l'ordine. Per questo la Rete Europea per l'Africa Centrale (Eurac) lancia un appello affinchè la Monuc disarmino le truppe ribelli e per il ritiro delle truppe rwandesi dal Congo. Secondo la Eurac è neccessario mettere a disposizione della Monuc tutti i mezzi necessari per fare rispettare l'embargo sulle armi e permettere un libero accesso a tutte le zone di combattimento o violenza. Ai Partner occidentali del Rwanda l'Eurac chiede di adottare delle misure appropriate per sanzionare tale comportamento violento nei confronti delle popolazioni del Congo e della regione dei Grandi Laghi.[AT]

Altre fonti: Mail&Guardian, Monuc, Warnews

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